C’è poco da fare: tutti siamo attaccati in maniera viscerale alla vita biologica! Morire ci fa una paura esagerata! Non c’è fede che tenga: vorremmo a tutti i costi essere immortali… ci lamentiamo di tutto… ma alla fine, vivere non ci dispiace affatto. Se, però, la vita biologica non è supportata da una vita spirituale sana, la questione si fa complicata… anche una vita biologica sana non è più così apprezzata! Nel disagio psicologico sappiamo quanto è faticoso il vivere quotidiano… Questi due elementi, quello materiale e quello spirituale, sono ben declinati nel Vangelo della risurrezione di Lazzaro. Da una parte c’è tutta la preoccupazione e il dolore per una vita stroncata: sia Marta che Maria dicono a Gesù «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!» ; la gente, pure, vuole da Gesù la conservazione della vita biologica «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?» . Gesù piange… Il fatto è che per Gesù dare la vita biologica è il minimo dei problemi: tant’è che lo farà! La questione centrale riguarda, invece, la vita vera, quella eterna! Lazzaro torna a vivere ma avrà ancora a che fare con la sua mortalità… di che cosa ha bisogno veramente? A questa domanda risponde chiaramente Gesù: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno».
In queste parole ci sta tutta la novità cristiana: la vita piena è solo in Gesù! Chi è unito a Lui non morirà in eterno! Quanto è preziosa questa buona notizia nel tempo particolare che stiamo vivendo… misuriamo tutta la nostra fragilità e precarietà… ma «nulla ci potrà separare dall’amore di Cristo!». Buona domenica