Dai «Capitoli sulla perfezione spirituale» di Diàdoco di Fotice, vescovo

«La scienza della discrezione degli spiriti si acquista con la sapienza».

È lume della vera saggezza discernere il bene dal male senza sbagliare. Quando ciò avviene, allora la via della giustizia conduce la mente a Dio, sole di giustizia, e introduce nello sfolgorio infinito della scienza la mente stessa che cerca ormai con grande fiducia l’amore. È necessario che coloro che combattono cerchino di conservare l’animo libero da interno turbamento, perché la mente, discernendo i pensieri che le si affacciano, possa conservare nel santuario della memoria quelli che sono buoni e mandati da Dio, e scacciare invece quelli che sono cattivi e suggeriti dal demonio. Anche il mare quando è perfettamente calmo permette ai pescatori una visibilità che arriva fino al fondo, di modo che i pesci non sfuggono al loro sguardo. Ma quando è sconvolto dai venti, nasconde con le onde torbide ciò che nella calma mostra chiaramente, e così rimangono infruttuosi tutti gli accorgimenti che usano i pescatori per catturare i pesci.

Ora è soltanto allo Spirito Santo che appartiene il compito di purificare le menti: infatti se non entra quel forte per sopraffare il ladro, la preda non gli potrà essere tolta. È necessario quindi che noi con la pace dell’anima alimentiamo l’azione dello Spirito Santo, ossia che teniamo in noi stessi sempre accesa la lucerna della chiaroveggenza, poiché mentre essa risplende nel segreto della mente, non soltanto quegli attacchi insidiosi e tenebrosi dei demoni vengono scoperti, ma vengono altresì sgominati perché colpiti da quella luce santa e gloriosa.

Dalle «Lettere» di san Giovanni Bosco

«Imitare Gesù e lasciarsi guidare dall’amore».

Riguardiamo come nostri figli quelli sui quali abbiamo da esercitare qualche potere. Mettiamoci quasi al loro servizio, come Gesù che venne ad ubbidire e non a comandare, vergognandoci di ciò che potesse aver l’aria in noi di dominatori; e non dominiamoli che per servirli con maggior piacere. Così faceva Gesù con i suoi apostoli, tollerandoli nella loro ignoranza e rozzezza, nella loro poca fedeltà, e col trattare i peccatori con una dimestichezza e familiarità da produrre in alcuni lo stupore, in altri quasi lo scandalo, ed in molti la santa speranza di ottenere il perdono da Dio. Egli ci disse perciò di imparare da lui ad essere mansueti ed umili di cuore (Mt 11, 29).

Dai «Trattati sui salmi» di sant’Ilario di Poitiers, vescovo

«Tutti i credenti avevano un cuor solo e un’anima sola».

«Ecco quanto è buono e quanto è soave che i fratelli vivano insieme!» (Sal 132, 1), perché quando vivono insieme, fraternamente, si riuniscono nell’assemblea della Chiesa, si sentono concordi nella carità e in un solo volere. Leggiamo che agli albori della predicazione apostolica questo grande precetto era molto sentito e praticato. Si dice infatti: «La moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un cuor solo e un’anima sola» (At 4, 32). In realtà ben si conviene al popolo di Dio sentirsi fratelli sotto un unico Padre, sentirsi una cosa sola in un medesimo Spirito, vivere concordi nella stessa casa ed essere membra vive di uno stesso corpo.

Gesù è mite e umile di cuore (Mc 4,26-34)

«L’uomo getta il seme e dorme; il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa».

Oggi il Signore Gesù ci parla del Regno di Dio e lo paragona ad un granello di senape, il più piccolo seme che possiamo piantare. A volte capita di pensare al Regno di Dio come a qualcosa di così solenne da non essere degni di farne parte e invece Gesù ci insegna che la caratteristica principale di questo “stato di vita” è la piccolezza. Il Regno di Dio, che poi è il Signore stesso, ed è la conoscenza di Lui, è partire dalle cose piccole della quotidianità, è farsi piccoli, è essere miti e umili di cuore. Buona giornata.

Ho incontrato Gesù? (Mc 16,15-18)

«Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo».

Oggi celebriamo la festa della Conversione di San Paolo apostolo e, oltre al famoso brano della conversione di Saulo, contenuto negli Atti degli Apostoli, accogliamo la buona notizia contenuta nell’ultimo capitolo del racconto di Marco, parte in cui il Signore dice di andare in tutto il mondo a proclamare il vangelo ad ogni creatura. La richiesta di Gesù suona oggi come estrema e forse un po’ troppo radicale: ma dobbiamo dirlo proprio a tutti? Ma il rispetto per loro? Per le loro idee? Forse la conversione più grande che ci attende oggi è credere che il Signore salva tutti, e che l’astenersi dal diffondere la buona novella (il Vangelo di Gesù Cristo) probabilmente coincide con un Fede molto tiepida, segno che non l’abbiamo pienamente incontrato. Parole dure. Buona giornata 😊