Gesù ci coinvolge nel suo disegno di salvezza (Mt 9,27-31)

«Avvenga per voi secondo la vostra Fede».

Gesù, prima di compiere un miracolo nei confronti di qualche persona, domanda sempre se c’è Fede in lui e se si crede davvero nel gesto da cui scaturirà il segno miracoloso. Il Signore, seppur onnipotente, coinvolge anche noi nel suo disegno di salvezza, e si affida addirittura alla nostra Fede. Possiamo dire che faccia, in fondo, ciò che vogliamo noi, poiché è certo che nelle nostre parole e nelle nostre richieste, quando sono pronunciate con Verità, ci sia – in fondo – la volontà di Dio Padre.

Buona giornata 😊

Alzo lo sguardo e mi fido di Dio (Mt 7,21.24-27)

«Chi fa la volontà del Padre mio, entrerà nel Regno dei cieli».

A volte capita di pensare che la felicità dipenda da ciò che vogliamo noi, ma Gesù ci indica un’altra via, un’altra strada, un altro stile, che è quello di fare la volontà di un Altro: perché? Perché così usciamo da noi stessi e smettiamo di guardarci l’ombelico. In questo modo iniziamo finalmente a fidarci totalmente di qualcuno; un qualcuno che si chiama Dio Padre, e che ci conosce nel profondo, poiché è il creatore.

Buona giornata a tutti.

Lodiamo il suo nome in eterno (Lc 10,21-24)

TI RENDO LODE, O PADRE, SIGNORE DEL CIELO E DELLA TERRA, PERCHÉ HAI NASCOSTO QUESTE COSE AI SAPIENTI E AI DOTTI E LE HAI RIVELATE AI PICCOLI.

La gioia del cuore deriva dalla lode, nello Spirito Santo, al creatore, al Dio trinitario che ha creato e crea tutto, che continua a creare in eterno, e crea anche in noi. Egli continua altresì ad elargire la Sapienza, che ci rende capaci di lodare il Signore. La lode, l’affidamento, la preghiera, danno gioia al cuore e permettono di vivere in modo semplice il rapporto con Dio, con il prossimo e con sé stessi. Fidiamoci di Dio e lodiamo il Suo nome, in eterno e per sempre.

Buona giornata, e che il Signore dia gioia al cuore.

Umiltà e fede (Mt 8,5-11)

Nel vangelo di questo primo lunedì di avvento assistiamo all’incontro tra Gesù e il centurione. Il centurione descrive la situazione di un suo servo che giace paralizzato in casa, sofferente, e chiede al Signore di guarirlo. Gesù, dal canto suo, risponde nel modo più ovvio che noi ci aspetteremmo, ovvero: verrò e lo guarirò.

Ma qui si apre una sorpresa, cioè la reazione del centurione, che con decisione dice a Gesù: Signore io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Questa frase è di difficile comprensione, ma si capisce un po’ meglio sentendo la spiegazione che il centurione stesso dà a Gesù. Dice il centurione: pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: Va!, ed egli va; e a un altro: Vieni!, ed egli viene; e al mio servo: Fa’ questo!, ed egli lo fa.

In queste affermazioni Gesù riconosce da un lato una grande umiltà da parte del centurione, che non si sente degno di Dio e sa stare al suo posto, dall’altro una grande fede in Cristo, come la fede che quei suoi servi hanno in lui. Buona giornata.

Buon inizio (Avvento anno A)

Il sacro Concilio si propone di far crescere ogni giorno più la vita cristiana tra i fedeli; di meglio adattare alle esigenze del nostro tempo quelle istituzioni che sono soggette a mutamenti; di favorire ciò che può contribuire all’unione di tutti i credenti in Cristo, di rinvigorire ciò che giova a chiamare tutti nel seno della Chiesa. Ritiene quindi di doversi occupare in modo speciale anche della riforma e della promozione della liturgia. La liturgia infatti, mediante la quale, specialmente nel divino sacrificio dell’eucaristia, si attua l’opera della nostra redenzione», contribuisce in sommo grado a che i fedeli esprimano nella loro vita e manifestino gli altri il mistero di Cristo e la genuina natura della vera Chiesa. Questa ha infatti la caratteristica di essere nello stesso tempo umana e divina, visibile ma dotata di realtà invisibili, fervente nell’azione e dedita alla contemplazione, presente nel mondo e tuttavia pellegrina; tutto questo in modo tale, però, che ciò che in essa è umano sia ordinato e subordinato al divino, il visibile all’invisibile, l’azione alla contemplazione, la realtà presente alla città futura, verso la quale siamo incamminati. In tal modo la liturgia, mentre ogni giorno edifica quelli che sono nella Chiesa per farne un tempio santo nel Signore, un’abitazione di Dio nello Spirito, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo, nello stesso tempo e in modo mirabile fortifica le loro energie perché possano predicare il Cristo. Così a coloro che sono fuori essa mostra la Chiesa, come vessillo innalzato di fronte alle nazioni, sotto il quale i figli di Dio dispersi possano raccogliersi, finché ci sia un solo ovile e un solo pastore.

 (Sacrosantum Concilium, 1-2)