Lasciare spazio a Gesù (Gv 1,29-34)

«Ecco l’agnello di Dio».

Per Giovanni è giunto il momento della testimonianza, infatti dopo aver aperto la strada a Gesù mediante il battesimo nell’acqua, ora lo indica e gli dà il nome di “agnello di Dio”. Giovanni Battista non tiene per sé il dono della conoscenza dell’identità di Gesù, ma si abbassa affinchè Gesù possa essere innalzato. Giovanni Battista, per come lo conosciamo anche da altri brani di vangelo, riduce all’essenziale la sua missione e lascia spazio, nella sua vita, a colui che è il Figlio di Dio, per diventare egli stesso figlio di Dio. Un sorriso.

Io sono, io non sono (Gv 1,19-28)

«Dopo di me verrà uno che è prima di me».

Le domande che vengono poste oggi a Giovanni il Battista mettono in discussione anche noi. Tu chi sei? Chi sei tu, dunque? Sei tu il profeta? Chi sei? Tutte queste domande da un lato aprono la questione dell’identità propria e dall’altro quella della presenza di un Altro, ovvero della consapevolezza che c’è qualcuno che va oltre a noi e che noi possiamo solo testimoniare, poiché non siamo degni di slegargli i lacci dei sandali. A volte viene di sostituirsi a Lui, ma così perdiamo noi.

Buona giornata 😊

«Custodire la Verità» (Lc 2,16-21)

Il brano evangelico non spiega il mistero della maternità di Maria, si limita, con molta discrezione, a farcelo intravedere, come da lontano: il messia è nato da una donna, e chi lo incontra lo trova accanto alla madre. E questo è già significativo: il bambino e la madre non sono separabili.

C’è però un punto che Luca sottolinea, ed è l’atteggiamento della madre nei confronti del figlio, il modo con cui Maria ha vissuto la sua maternità: «Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose meditandole nel suo cuore» (v. 19).

L’annotazione più importante è proprio quest’ultima che abbiamo riportato. Lo stupore di Maria si distingue dallo stupore generale. Anche Maria sente le parole che spiegano l’evento che ella stessa vede e vive. Parole che custodisce nel cuore, dentro di sé. Le parole che in altri suscitano stupore, in lei si fanno ascolto consapevole, pensoso e intelligente: il cuore indica tutto questo. La funzione della madre è anzitutto di «custodire»: il figlio nato da lei, le parole che si dicono di lui, gli eventi che accadono attorno a lui, tutto questo non lo considera «suo» ma semplicemente affidato, da custodire con fedeltà.

E poi «meditare»: il mistero di Gesù, come il mistero di Dio e il mistero della vita, è difficile da comprendere, e comunque lo si comprende a mano a mano che si svolge davanti agli occhi, a mano a mano che lo si vive con fiducia. La comprensione è frutto di un viaggio: un viaggio che si compie rendendosi disponibili, osservando e meditando, soprattutto «partecipando».

(B. Maggioni, «Ecco, io sono con voi…»)

La luce di Dio ci guida (Gv 1,1-18)

«Il Verbo si fece carne.».

Quello verso il Signore è un cammino di luce, o meglio verso la luce. È bello perché questa luce di cui il prologo del vangelo di Giovanni parla è sia la luce vera, quella che illumina la creazione, sia la luce interiore che ci guida nelle scelte della vita. Luce vera perché in quel “tutto è stato fatto per mezzo di Lui” si intravvede la potenza del creatore, che per Amore mostra tutta la sua fantasia, animando la bellezza che ci circonda e che abbiamo in noi. La luce interiore perché egli stesso è la luce che, con la sua vita, ci indica il cammino di salvezza per la nostra vita. Buona giornata.

Un uomo in ascolto di Dio (Mt 2,13-15.19-23)

«Prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto».

L’angelo del Signore trova sempre il momento giusto per presentarsi alle persone. Nel vangelo di oggi si presenta ben due volte a Giuseppe e gli ordina di “alzarsi”. È bello osservare quale sia l’ordine impartito dall’angelo, per comprendere il disegno del Signore sull’uomo, e anche qual è la reazione di Giuseppe, per capire l’umanità di fronte ad un comando di Dio.

Il Signore sprona ad alzarsi, ovvero a continuare ad andare, rinnovandosi, senza temere. L’uomo, in Giuseppe, è capace di ascolto, di obbedienza e di silenzio. Buona giornata.