È EVIDENTE CHE IL SIGNORE È VIVO

In tutta l’ottava di Pasqua i vangeli raccontano gli incontri di Gesù con i discepoli. Abbiamo visto che le dinamiche sono sempre le stesse. La cosa bella è che è Gesù a farsi riconoscere. I discepoli hanno sostanzialmente girato pagina: speravano fosse Gesù il Messia ma l’atroce morte in croce li ha definitivamente disillusi… ognuno è tornato alla sua vita di prima. Proprio lì Gesù li raggiunge: nella loro quotidianità, come all’inizio. Gesù chiama sempre, sia che cammini nelle strade impolverate della Palestina sia che si presenti misteriosamente da Risorto. Chiama dentro la vita. Non vuole dei discepoli degli eremiti, dei cercatori esotici… li vuole impegnati nella loro ferialità, capaci di cogliere come con Lui la vita sia miracolosamente piena ed abbondante! Il miracolo che accade ai discepoli è la scoperta della presenza del Signore dentro gli avvenimenti più normali. E mi colpisce una espressione del Vangelo di oggi: «nessuno dei discepoli osava domandargli: “Chi sei?”, perché sapevano bene che era il Signore». Ad un certo punto non c’è più bisogno di fare chissà quale domanda o ragionamento: è evidente che Gesù è dentro i tuoi giorni e la sua luce si irradia così prepotentemente che non c’è più tenebra che abbia potere! Troppo bello! Buona giornata

LA VERA VITA

Abbiamo letto ieri il primo miracolo di Pietro e di Giovanni: ciò che appare come qualcosa di straordinario è che un uomo storpio dalla nascita si mette in piedi e inizi a camminare. Il vero miracolo, tuttavia, è la sua salvezza: lo storpio risorge ed entra con le sue gambe nel tempio: significa che scopre la sua dignità filiale! Riconoscere Dio Padre è ciò di cui tutti abbiamo bisogno per essere veramente salvi! Che reazione ha la gente? Ovviamente, è tutta esaltata per il potere taumaturgico dei discepoli: la meraviglia è tutta rivolta alla guarigione fisica. Capita la stessa cosa, pari pari, anche oggi: mi accorgo che quando mi capita di risolvere qualche problema pratico le persone mi lodano, mi ringraziano, non sanno più come esprimere la loro riconoscenza… mentre quando battezzo e amministro i sacramenti è come se fosse del tutto indifferente… Ci siamo fermati alla vita biologica! Della serie: l’importante è la salute! No! L’importante è la salvezza! L’importante non è la sopravvivenza! L’importante è la vita eterna! Ci sono ammalati che sono salvi e ci sono sani che sono morti… Impariamo ad occuparci della nostra vita interiore: la gioia non avrà fine! Non ci sarà malattia in grado di spegnerla! Buona giornata

MIRACOLO PASQUALE

Ci viene narrato oggi, negli Atti degli Apostoli, il primo miracolo ad opera di Pietro e Giovanni: i discepoli partecipano della stessa vita di Gesù. Chi è inserito in Cristo compie le stesse cose del Figlio! Gesù ebbe a dire: «Farete delle cose più grandi delle mie». Che miracolo avviene: «veniva portato un uomo, storpio fin dalla nascita; lo ponevano ogni giorno presso la porta del tempio detta Bella, per chiedere l’elemosina a coloro che entravano nel tempio». Un uomo, portato da altri davanti al Tempio, probabilmente sfruttato, che vive una vita da mendicante. Ormai si è adattato a questo modo di stare al mondo: da Pietro e Giovanni si attende una semplice offerta, tanto per tirare a campare. Gli apostoli hanno in sè la Vita, sanno che quello storpio ha ben altra prospettiva vocazionale: non si accontentano di dare a lui qualche monetina ma lo rimettono in piedi! Lo fanno risorgere! Gli ridanno dignità! Lo invitano a camminare, a non vivere di accattonaggio! La vita che Gesù porta è una vita che rende protagonisti, che libera dalle dipendenze, che mette in relazione al Padre a cui solo obbedire! La Pasqua non è una qualche elemosina per tirare a campare ma una vita nuova! Buona giornata

CHIAMARSI PER NOME

La fede non può essere vissuta in maniera anonima! Non si può credere in maniera impersonale: Dio non è un essere informe, fumoso, astratto… fintanto che non lo si conosce, non gli si dà un nome, è totalmente indifferente. Maria Maddalena al sepolcro non cerca un dio qualunque: cerca Gesù! Deve poterlo riconoscere e chiamare per nome! Anche se vede angeli non gli interessa: vuole identificare il Signore! Non solo: vuole pure che il Signore identifichi lei: sei qualcuno per Dio se prendi coscienza che Lui ti chiama per nome! Se hai la consapevolezza che per Dio tu non sei uno tra tanti ma una persona ben identificata! Solo così il rapporto si definisce in maniera chiara. «Gesù le disse: “Maria!”. Ella si voltò e gli disse in ebraico: “Rabbunì!” – che significa: “Maestro!”»: lo snodo della fede è tutto in questo dialogo serrato! Nel reciproco riconoscersi si anima un rapporto significativo, coinvolgente, vivificante! Sono convinto che la gande maggioranza di noi vive un rapporto poco più che formale con il Signore, come se fossimo membri anonimi di una grade ditta dove il padrone esiste ma, di fatto, nessuno lo conosce e nemmeno lui conosce qualcuno! Finchè non avviene un incontro vero e reale non si può che piangere… Buona giornata

RAGIONI DELLA FEDE

La sequenza costante della cronaca della risurrezione nei Vangeli è questa: dapprima la tomba vuota, poi il dubbio, segue un annuncio, poi l’approfondimento della Scrittura e la memoria delle Parole di Gesù e, infine la fede e l’annuncio. La fede della risurrezione è tutt’altro che creduloneria! È assolutamente fondata su criteri di ragionevolezza e su dati difficilmente discutibili. Che sostiene e corrobora la risurrezione è primariamente la corrispondenza scritturistica: è impressionante come il discorso di Pietro nel giorno di Pentecoste sia una sostanziale ripresa dell’Antico Testamento per metterne in risalto la continuità e la dipendenza: Gesù non è una meteora casuale ma è il frutto di una preparazione millenaria: è, in sostanza, il compimento di quanto i padri, i patriarchi e i profeti hanno dette e insegnato. Mi chiedo quanto la nostra testimonianza di fede sia in grado di offrire una solida base di ragionevolezza o sia piuttosto abitudine e tradizione e poco di più… Sono certo che molti si sono allontanati da un percorso di fede per la scarsa e povera capacità di noi credenti di render ragione della speranza che è in noi… troppi dogmatismi e intransigenze: occorre ragionare e pensare insieme, nella fedeltà alla tradizione, e nella logia teologica, ovviamente! Buona gironata