Stiamo vivendo in questi giorni la crisi di governo. Non ho intenzione, ovviamente, di dare una lettura politica della questione. Semplicemente desidero fare un’analisi delle dinamiche di potere: tutti parlano di bene comune ma, alla fine, tutti hanno in serbo solo di conservare il potere. In un processo democratico, unanimemente ritenuto il più evoluto, alla fine vince una parte che ottiene la maggioranza… una parte detta le regole e l’altra sopporta! Poi c’è la possibilità dell’alternanza che garantisce minimamente un riequilibrio… ma in sostanza rimane sempre un gap tra il bene comune e il bene di una parte. Il popolo d’Israele nasce in forza di una chiamata e di una obbedienza resa a JHWH: Lui è il garante del bene del popolo di Dio! Finchè a Dio è riconosciuto il primato, il popolo rimane unito e le divisioni vengono sempre sanate. Nel momento in cui, condizionato dai popoli vicini, anche Israele vuole farsi un re iniziano gli interessi di parte. Ascoltate che cosa troviamo scritto nel libro di Giudici: «tutti i signori di Sichem e tutta Bet Millo si radunarono e andarono a proclamare re Abimèlec». Chi è che nomina ed elegge il re? I signori… quelli che hanno la potenza economica, quelli che socialmente hanno peso… È sempre così… Solo Dio garantisce la giustizia al povero e al misero… Chi ha orecchi per intendere… Buona giornata