PERDONARE SEMPRE

Pietro baldanzoso come altre volte nel Vangelo pensa di fare un figurone dicendo: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?» . Ma Gesù alza l’asticella, «non sette volte ma settanta volte sette»…vale a dire sempre!!! Quanto è difficile perdonare. Sperimentiamo tutti la fatica di perdonare un’offesa, un torto subito. Magari riusciamo a strappare la zizzania in superficie ma non riusciamo a estirpare la radice. E Gesù ci chiede invece di perdonare sempre… ma come possiamo fare? Come possiamo essere capaci di perdonare, e perdonare sempre come lui ci chiede? Nella parabola, troviamo due atteggiamenti differenti: quello di Dio – rappresentato dal re – e quello dell’uomo. Nell’atteggiamento di Dio la giustizia è impregnata di misericordia, mentre l’atteggiamento umano si limita alla giustizia. Il perdono cristiano è allora l’amore di chi sa amare l’altro andando oltre alla semplice giustizia, ma usando la misericordia, vale a dire amare come lui ci ha ama…vale dire sempre e nonostante le nostre infedeltà e i nostri peccati. E per vivere un così grande amore ecco che ogni giorno siamo chiamati a chiedere la forza al Padre: “rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori”. Solo sperimentando il perdono e l’amore del Padre anche noi riusciremo a raggiungere il settanta volte sette richiesto da Gesù. Buona giornata… don Michele

“MORIRE A NOI STESSI…”

Celebriamo oggi la festa di san Lorenzo, martire e nelle letture di oggi il Signore ci invita sull’esempio del santo martire Lorenzo ancora una volta a morire a noi stessi, per diventare davvero noi stessi. Il nostro morire a noi stessi non è un qualcosa fatto per mortificarci e basta ma è fatto in vista di qualcosa più grande, una vita più piena…la vita eterna. “Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna”. Nel Vangelo Gesù ci racconta la parabola del seme, di un seme che è solo potenzialmente una spiga, ma solo quando muore lo diventa realmente. Ognuno di noi è dentro di sé potenzialmente felice, ma solo quando accetta di morire a se stesso lo può anche diventare realmente. Certo è un sentiero impegnativo quello che ci indica il Signore, morire a noi stessi, ai nostri peccati, al nostro orgoglio implica ogni giorno uno sforzo da parte nostra… ma il Signore ci indica ogni giorno la strada da percorrere… “Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà”. Solo seguendo le sue orme e la sua Parola riusciremo ogni giorno a morire a noi stessi per conservare la nostra vita per la vita eterna… buona giornata, don Michele

LA CONDURRO’ NEL DESERTO E PARLERO’ AL SUO CUORE

Celebriamo oggi la festa di Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein), patrona d’Europa. Una donna che ha vissuto la sua vita in ricerca: Ebrea di nascita, filosofa della scuola fenomenologica, diventata agnostica e poi cattolica, monaca carmelitana, mistica e martire. Una vita passata attraverso tanti “deserti” in cui ha saputo cogliere quella voce che la chiamava, che bussava al suo cuore che non trovava pace: «Ecco, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. Là mi risponderà come nei giorni della sua giovinezza, come quando uscì dal paese d’Egitto». E nella sua vita fatta di continua ricerca Teresa Benedetta della Croce a saputo rispondere alla promessa alla quale il Signore la stava chiamando: «ti farò mia sposa nella fedeltà e tu conoscerai il Signore». Una promessa che Dio continua a fare anche a ognuno di noi. Ma per rispondere a questa promessa non ci si improvvisa. Dobbiamo essere capaci nei “deserti” della nostra vita di ascoltare quella voce che ci chiama, dobbiamo saperci mettere in ricerca e essere capaci di fare scorta d’olio… olio che sono la sua Parola, il suo Amore. Solo così saremo pronti anche noi seguire lo sposo quando arriva e donare a lui tutta la nostra vita… buona giornata, don Michele

“ESSERE BUONI CRISTIANI E ONESTI CITTADINI”.

Gesù paga le tasse. Fa sorridere, ma è proprio questo il messaggio del racconto di oggi inserito dopo una drammatica previsione di morte «Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà». Potrebbe non farlo: ha ben altro cui pensare in quel momento, e soprattutto ben altra “tassa” pagherà da li a poco donando tutta la sua vita sulla croce. Ma Gesù non vuole scandalizzare, resta con i piedi ben piantati in terra.  Di fronte alla richiesta che gli esattori delle tasse del tempio rivolgono a Pietro, Gesù sottolinea l’importanza di pagare il tributo, l’importanza di comportarsi onestamente anche di fronte ai nostri impegni civili di bravi cittadini. Mi vengono in mente le parole di san Giovanni Bosco: “essere buoni cristiani e onesti cittadini”. Non  possiamo essere credibili annunciatori del vangelo se non siamo cittadini onesti e coerenti. È impossibile per esempio predicare la povertà e cercare allo stesso tempo di intrallazzarci per arricchirci, predicare l’onestà e trovare tutti i modi possibili per non pagare le tasse o accaparrarci dei favori magari sempre giustificati da ottime ragioni! Agli occhi del mondo dobbiamo sempre essere riflesso di Cristo: se vogliamo essere davvero discepoli dobbiamo convertire il nostro ad essere sempre coerenti con il Vangelo e sforzarci sempre di più a essere degli onesti cittadini… buona giornata, don Michele

“NON TEMERE PICCOLO GREGGE”

“non temere piccolo gregge”…  tante volte abbiamo la tentazione di misurare il successo delle nostre iniziative e proposte in base ai numeri delle presenze… c’era tanta gente? È spesso la prima domanda che poniamo, ancor prima di sapere come è stata l’iniziativa. Oggi il Signore sembra volerci tranquillizzare. Con quel tenero “non temere piccolo gregge”. Siamo rimasti un “piccolo gregge” non possiamo nasconderlo ma a noi, proprio a noi il Signore chiede qualcosa di importante. Innanzitutto ci invita ancora una volta a ancorare il nostro cuore a lui, riscoprendo il tesoro della sua Persona e della sua Parola, “perché dov’è il nostro tesoro la sarà il nostro cuore”. E allora ecco che se riscopriamo il tesoro grande che è il Signore allora il nostro cuore sarà al sicuro in Lui e la nostra vita non avrà proprio nulla da temere. Ma il Signore ci invita anche alla responsabilità. Ci è viene chiesto di far fruttare come buoni amministratori, tutto l’amore che Dio riversa nei nostri cuori imparando a condividerlo. Non è una cosa impossibile, tanti uomini e donne anche accanto a noi lo stanno vivendo… tocca allora anche a noi… perché “ a chiunque fu affidato molto sarà richiesto molto di più”… buona domenica, don Michele