DIO PUNISCE?

Il grande insegnamento che ci viene dai nostri fratelli ebrei è la lettura del la storia come criterio per interpretare il volere di Dio. Chiaro che, in certe situazioni, la lettura appare un po’ grossolana così da sembrare che Dio premi o punisca, faccia il bene o il male, in base alla ligia sottomissione o meno al suo volere… non è certamente possibile credere che Dio Padre promuova uno sterminio del suo popolo semplicemente perchè abbia disobbedito ai suoi voleri… Oggi leggiamo nel secondo Libro dei Re: «Il re d’Assiria occupò Samarìa, deportò gli Israeliti in Assiria… Ciò avvenne perché gli Israeliti avevano peccato contro il Signore». Occorre capire: non possiamo pensare che Dio abbia ispirato direttamente al re d’Assiria la deportazione! Piuttosto, è pensabile che Israele, vivendo una vita difforme alla volontà di Dio, si sia infiacchito nella ricerca del bene, abbia incominciato ad abbandonarsi ad una vita frivola, incurante del bene comune, fino a che è diventata facile preda di popoli più forti e potenti…  A volte, si sentono preti che preconizzano castighi di Dio per il mondo d’oggi, per i costumi corrotti… Non credo Dio castighi… ma che un mondo così edonista ed individualista come il nostro rischi un’implosione mi sembra assolutamente plausibile! Per intanto Dio non smette di suggerire vie di cambiamento… ascoltiamolo! Buona giornata

UN CORPO ED UN’ANIMA SOLA

La solennità che oggi celebriamo è così definita dal Messale: SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO. Subito noi siamo portati a pensare, correttamente, al pane e al vino irrorati dallo Spirito Santo che manifestano il Corpo e il Sangue di Gesù, ma c’è di più. Sarebbe bene che vivessimo questa memoria liturgica strettamente connessa al mistero della risurrezione: Cristo è vivo e si mostra nel Corpo e Sangue dell’umanità che forma la sua Chiesa!

L’ho detto e scritto un mare di volte e vorrei tanto che tutti lo comprendessimo: il pane e il vino sono “frutto della terra e del lavoro dell’uomo”, ossia, sono il dono di Dio unito all’opera dell’uomo… sono la sinergia del divino e dell’umano nella comune cura della vita dell’uomo. Sono espressione del dono di sé di Dio e dell’uomo e sono segni inequivocabili dell’Amore.

Portati sull’altare “diventano il Corpo e il Sangue di Cristo”: il nostro amore vissuto viene unito all’amore perfetto del sacrifico di Cristo e viene portato al Padre. Noi e Cristo siamo così uniti da diventare un solo Corpo con Lui! Il Pane e il Vino consacrati sono il Corpo e il Sangue di Cristo, Lui il Capo e noi le membra!

Quando mangiamo di quell’unico Pane ci nutriamo dell’amore di Dio e dei fratelli… e pure noi stessi siamo nutrimento per loro! Quel Pane e quel Vino non sono stati donati per stare davanti a noi ma per essere mangiati! Gesù prega il Padre perché noi diventiamo una sola cosa, come Lui è nel Padre e il Padre è Lui!

L’Eucaristia che ogni domenica celebriamo è un fatto dinamico che continuamente opera la nostra santificazione, assimilandoci sempre più a Cristo, affinchè nel Pane e nel Vino ognuno di noi celebri il proprio “darsi da mangiare”, alla maniera di Cristo…

VIVERE L’ADESSO

Il mondo corre così velocemente che ogni invenzione che viene ideata, nel momento in cui viene realizzata, è già vecchia! Tutto il mondo della scienza e della tecnica è proteso al futuro per cercare soluzioni sempre più ottimali all’uomo ma il presente che viviamo sembra perdere ogni rilevanza… l’importante è ciò che ci aspetta non quello che si vive ora! Gesù ci aveva visto lungo e lo leggiamo nel Vangelo di oggi: «Non preoccupatevi del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena». Quanto è prezioso il tempo! Cosa ci affanniamo a fare per ciò che sarà se non ci è dato saperlo esattamente? Davvero il maligno si diverte a farci buttare via la vita per i sogni… e lo fa ingolosendoci con il guadagno! Alla fine, che anima la ricerca non è tanto il benessere dell’uomo – sebbene lo si giustifichi così – quanto l’arricchimento personale! Non c’è niente di più illusorio della sicurezza che viene dalla ricchezza… gli affetti, le relazioni, l’amore devono essere posti sempre davanti a tutto e a tutti! Che cosa ci deve rasserenare: che noi siamo sempre nel pensiero di Dio e di noi si occupa notte e giorno, senza cessare! Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Gianfranco e Nidia che oggi compiono il loro cammino di vita

PRIMA DI TUTTO L’AMORE

Che cosa celebrano i cristiani nel rito funebre? Celebrano forse la morte? Sarebbero dei necrofili inaccettabili… No! Celebrano la vita, ossia l’incontro di un figlio con il Padre! Il funerale dovrebbe essere sempre una festa! E, invece, cosa accade? Che si tiene un profilo dimesso, che i canti sono quelli da funerale – appunto -, che tutti piangono e fanno il volto triste… Tutto sembra finito! Concludendosi la possibilità di mangiare e bere è come se la vita non fosse più, senza ragione e senza senso! Tristissima questa cosa! Prezioso è il versetto del Vangelo di Matteo che oggi leggiamo: «accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore». Gesù esorta a non perdere tempo in progetti che non hanno futuro: i beni sono tutti destinati a fallire! Occorre custodire il cuore nelle cose che riguardano Dio: lì c’è un tesoro infinito che non finisce mai! Nella morte andiamo a fruire di tutto il bene che abbiamo fatto… dobbiamo ricordarcelo per bene: tutto il bene ritorna! Per questo vale sempre la pena fare il bene, anche quando ci sembra inutile! Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Angelo che possa incontrare Gesù risorto

PREGHIERA E PERDONO

Ne parlo spesso perchè ce l’ho nel cuore, come amico e compagno di seminario: don Roberto Malgesini… Prima che la Chiesa si pronunci e ne dichiari le virtù eroiche, nel mio piccolo, non posso che testimoniare la sua profonda immedesimazione in Cristo: era proprio imbevuto della sostanza del Vangelo! Mi ha colpito molto la scelta dei famigliari di non costituirsi parte civile contro il suo omicida: la motivazione è perchè “don Roberto, se avesse potuto parlare, avrebbe certamente chiesto di perdonarlo perchè era solo un disperato”… Leggiamo oggi la pagina del Vangelo dove Gesù insegna ai suoi discepoli come pregare: alla fine, pone come condizione per una preghiera autentica, la misericordia: «Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi». Don Roberto era un contemplativo: ogni mattina trascorreva almeno un’ora in preghiera in Chiesa… aveva imparato molto bene che l’Amico con cui dialogava non aveva bisogno della sua devozione ma della sua testimonianza di perdono! Chi non arriva a prender coscienza che il Signore ci chiede di amare e di perdonare senza se e sena ma è certamente un cattivo pregatore! Preghiera e perdono sono due dimensioni che vanno a braccetto o non esistono! Buona giornata