PER ESSERE SALVATI

«Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato». Quattro verbi scandiscono l’azione salvifica: andare. proclamare, credere, battezzare. Tre sono espressione di una offerta e uno è atto di adesione personale. Perchè la salvezza possa compiersi è necessario che qualcuno ci raggiunga. Gesù è venuto in mezzo a noi e ha camminato sulle nostre strade per offrirci l’amore del Padre: alla stessa maniera  hanno fattoi discepoli andando in tutto il mondo e proclamando il Vangelo. Andare e proclamare è l’unico compito che spetta al discepolo: senza alcuna pretesa di spiegare o convertire… Chi ascolta l’annuncio può scegliere di credere o no! È una possibilità che Dio lascia ad ogni uomo: guai negarla! Vorrebbe dire spegnere e annullare quella che è il proprium della dignità umana! A fronte dell’adesione libera della fede, il discepolo è chiamato a battezzare, a immergere nel mistero di Gesù, colui che vi acconsente. Il credere è essenziale al battesimo… Ahimè, devo constatare che molto raramente avviene così… Mi trovo a battezzare la maggior parte di bambini i cui genitori sono sostanzialmente lontani da una adesione a Gesù! La giustificazione che si adduce è che la grazia può sempre agire… ma senza libertà non è possibile! Chissà qual è la scelta giusta… Buona giornata

MAI SMETTERE DI CERCARE

Continua la celebrazione della Pasqua. Il vangelo narra le esperienze che i discepoli fanno del Risorto. Si ripetono quasi sempre le stesse dinamiche: qualcuno crede e qualcuno no, qualcuno si illumina e qualcuno rimane nelle tenebre.
Non ci sono dati così schiaccianti che impongano una fedegeneralizzata…
Oggi è Tommaso a sospettare della veridicità della risurrezione: ha bisogno di prove più stringenti, segni personalizzati… desidera toccare con mano Gesù vivo. Come biasimarlo? Non credo nemmeno che Gesù si sia arrabbiato nel vedere questa testardaggine! L’importante è che uno voglia vedere!
La fede pasquale è una lotta. Non tanto perché ci sono poche ragioni per credere ma perché la tenebra che avvolge il cuore è davvero fitta… c’è un tappo non negli occhi ma nel cuore! È radicato in noi il dogma della morte: per noi
tutto finisce! E così tutte le forme della presenza del Signore passano inosservate…
Per questo, credo, Gesù come primo dono ai discepoli offre il perdono: è la misericordia che lava dalle colpe e restituisce alla vita vera! Non c’è come il perdono capace di ridare vigore: laddove il peccato semina morte e fa seccare il tralci, la misericordia inserisce linfa nuova capace di far germinare germogli di vita risorta!
Tommaso fa fatica a credere ma non smette di cercare! Il suo cuore è innamorato di Gesù… è un po’ come Maria Maddalena che quando Pietro e Giovanni lasciano il sepolcro, lei rimane lì ad aspettare… sa che il Signore ritorna!
Tommaso non vede Gesù nella prima apparizione ma nella seconda sì: non ha mollato la presa! È tornato alla riunione domenicale dei discepoli a fare memoria della Cena… e lì, gli si è aperto il cuore!

ANNUCIARE

Il vangelo di Marco è il più immediato e concreto tra i quattro. Della risurrezione ne parla come una totale incapacità a capire da parte di tutti…  non certo cerca di tentare delle spiegazioni per dimostrare qualcosa… Non c’è stupore nella fatica a credere. Anzi, mette sulla bocca il mandato missionario “Andate in tutto il mondo e proclamare il Vangelo ad ogni creatura”. Discepolo di Cristo non è chi ha certezze da vendere, chi pensa di avere la verità in tasca, ma chi si fa compagno di viaggio dei cercatori. Nessuno è chiamato a fare il maestro ma semplicemente a testimoniare la Parola ricevuta. Accettando obiezioni, lontananze, incogruenze, cadute… Perché? Perché si è abituato a guardare la trave che c’è nel proprio occhio e non la pagliuzza che c’è nel fratello. Certo Gesù non manca di stupirsi per la durezza del cuore… Come non capirlo dopo tutti i segni dati per riconoscerne la sua presenza! Annunciamo il Vangelo, così come siamo: servirà più a noi che agli altri! Ricordiamocelo sempre: noi siamo i primi chiamati alla conversione! Ogni volta che la Parola risuonerà sulle nostre labbra saranno le nostre orecchie a sentirla per prima… Buona giornata

È EVIDENTE CHE IL SIGNORE È VIVO

In tutta l’ottava di Pasqua i vangeli raccontano gli incontri di Gesù con i discepoli. Abbiamo visto che le dinamiche sono sempre le stesse. La cosa bella è che è Gesù a farsi riconoscere. I discepoli hanno sostanzialmente girato pagina: speravano fosse Gesù il Messia ma l’atroce morte in croce li ha definitivamente disillusi… ognuno è tornato alla sua vita di prima. Proprio lì Gesù li raggiunge: nella loro quotidianità, come all’inizio. Gesù chiama sempre, sia che cammini nelle strade impolverate della Palestina sia che si presenti misteriosamente da Risorto. Chiama dentro la vita. Non vuole dei discepoli degli eremiti, dei cercatori esotici… li vuole impegnati nella loro ferialità, capaci di cogliere come con Lui la vita sia miracolosamente piena ed abbondante! Il miracolo che accade ai discepoli è la scoperta della presenza del Signore dentro gli avvenimenti più normali. E mi colpisce una espressione del Vangelo di oggi: «nessuno dei discepoli osava domandargli: “Chi sei?”, perché sapevano bene che era il Signore». Ad un certo punto non c’è più bisogno di fare chissà quale domanda o ragionamento: è evidente che Gesù è dentro i tuoi giorni e la sua luce si irradia così prepotentemente che non c’è più tenebra che abbia potere! Troppo bello! Buona giornata

LA VERA VITA

Abbiamo letto ieri il primo miracolo di Pietro e di Giovanni: ciò che appare come qualcosa di straordinario è che un uomo storpio dalla nascita si mette in piedi e inizi a camminare. Il vero miracolo, tuttavia, è la sua salvezza: lo storpio risorge ed entra con le sue gambe nel tempio: significa che scopre la sua dignità filiale! Riconoscere Dio Padre è ciò di cui tutti abbiamo bisogno per essere veramente salvi! Che reazione ha la gente? Ovviamente, è tutta esaltata per il potere taumaturgico dei discepoli: la meraviglia è tutta rivolta alla guarigione fisica. Capita la stessa cosa, pari pari, anche oggi: mi accorgo che quando mi capita di risolvere qualche problema pratico le persone mi lodano, mi ringraziano, non sanno più come esprimere la loro riconoscenza… mentre quando battezzo e amministro i sacramenti è come se fosse del tutto indifferente… Ci siamo fermati alla vita biologica! Della serie: l’importante è la salute! No! L’importante è la salvezza! L’importante non è la sopravvivenza! L’importante è la vita eterna! Ci sono ammalati che sono salvi e ci sono sani che sono morti… Impariamo ad occuparci della nostra vita interiore: la gioia non avrà fine! Non ci sarà malattia in grado di spegnerla! Buona giornata