TRANQUILLI E SERENI

La paura domina il mondo. Provate a fare un po’ di analisi della storia recente e vedrete che in ogni momento c’è stato un pretesto cavalcato dagli organi di comunicazione per fomentare timori e paure per il futuro: o è la crisi economica, o l’invasione dei migranti, o il covid, o il femminicidio, o le morti sul lavoro, o la corruzione, o la malavita… c’è sempre qualcosa che destabilizza e genera e alimenta ansia a non finire! La paura è uno strumento di potere impressionate: si domina attraverso la paura! Il vangelo di oggi mette in risalto questa condizione: «gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra». Morire di paura è ciò che ci mette tutti sulla difensiva, intimoriti per ciò che ci può accadere: ogni situazione può rivelarsi rovinosa per il nostro futuro… non si sa mai, non è possibile avere pace! A questo atteggiamento Gesù chiede di reagire, chiede di rispolverare le ragione della speranza: l’amore di Dio Padre per noi suoi figli: «Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina». Sì: non c’è nulla che ci deve far paura! Noi siamo tranquilli e sicuri nelle mani buone di chi ci ama e non ci abbandona! Buona giornata

IL DOLORE INTERROGA

Ieri – credo abbiamo sentito tutti la notizia – il comitato etico dell’ASL marchigiana ha acconsentito alla richiesta di suicidio assistito di un tetraplegico: la stampa e la televisione ne hanno dato grande rilievo contrapponendo, come abitualmente accade, la posizione della commissione di bioetica vaticana a quella dell’associazione Coscioni. Da una parte, la visione anacronistica e oscurantista della Chiesa che nega i diritti e dall’altra la prospettiva aperta dei diritti individuali senza se e senza ma. In realtà, la questione è sempre molto più complessa: i casi singoli sono da prendere in considerazione con molta discrezione e pudore perchè hanno in sè problematiche e situazioni particolari che è giusto affrontare nel rispetto più assoluto… Che questa persona soffrisse e non ne potesse più è assolutamente innegabile… le sue esternazioni di dolore non si potevano di certo bypassare con indifferenza… La questione è un altra: come rispondiamo come società a chi ci grida il suo dolore? Facendo il massimo per ascoltarlo o per zittirlo? Forse l’interrogativo sul come assolvere al meglio al rapporto medico – malato non può essere semplificato e banalizzato con un semplice diktat legale… Ma così è: «sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto». Per fortuna… Buona giornata

TRANSEUNTI

Sono passato in questi giorni davanti ad un albergo, ormai chiuso da anni… mi fa sempre specie osservarne la progressiva decadenza… io lo ricordo quando era attivo, pieno di fiori, ordinato… i proprietari ci mettevano anima e cuore per renderlo appetibile e ci riuscivano bene. Diventati anziani, hanno provato a venderlo ma non ci sono riusciti… leggo il vangelo di oggi dove si dice: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». È proprio così: noi facciamo e disfiamo, crediamo di avere in mano la situazione, programmiamo ogni cosa perchè vada in una determinata direzione ma, poi, in un attimo tutto ci sfugge! Dobbiamo imparare a vivere con la consapevolezza della nostra morte: non per paura, per fare dell’inutile terrorismo, ma per dare il giusto peso a tutto quello che facciamo! In questi giorni è morto improvvisamente un amico prete a soli quarant’anni, mi ha fatto pensare molto… perchè lui sì e io no? Il tempo in più che il Signore mi sta dando come lo sto occupando? Sto mettendo le basi per un lavoro che è secondo Dio o secondo la mia veduta individuale? Io passo ma la storia della salvezza va avanti: questa dobbiamo servire! Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Caterina che torna alla casa del Padre

CIBO CHE SAZIA

Di che cosa ci “nutriamo”? Fuori metafora: che cosa ci da vita? Da dove prendiamo vita? Il mondo ci dice che per essere vitali occorre essere in forma, avere una laurea, conoscere l’inglese, avere soldi, frequentare un compagno o una compagna senza troppi impegni, divertirsi almeno al week end… e chi più ne ha più ne metta! Noi ci crediamo: facciamo l’impossibile per “divorare” queste condizioni… ma il paradosso è che per “avere la vita”, di fatto, la si perde! Bello leggere oggi il brano del Libro di Daniele quando il re decide di dare ad Anania, Azaria e Misaele il suo cibo per renderli giovani forti e prestanti e loro si rifiutano per mangiare un cibo più leggero e meno accattivante: il risultato è sorprendente «le loro facce erano più belle e più floride di quelle di tutti gli altri giovani che mangiavano le vivande del re». È proprio così: guardate un po’ di facce di giovani d’oggi, confrontatele fra di loro, non sarà difficile tirar fuori chi ha un “nutrimento” di spessore e chi ingurgita cibo “in scatola”! Si può mangiare in maniera alternativa: nutrirsi della Parola di Dio non da una pienezza satolla ma sempre in espansione! Provare per credere. Buona giornata

SUO È IL REGNO, SUA È LA POTENZA

Gli furono dati potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano: il suo potere è un potere eterno, che non finirà mai, e il suo regno non sarà mai distrutto». È una profezia di Daniele e che noi, oggi, riferiamo a Gesù. Ma c’è da chiedersi: che potere ha Gesù? Che tipo di dominio esercita sugli uomini? Che supremazia è in grado di esercitare? Mi sembra evidente la risposta: nessuna, secondo il metro di giudizio del mondo…

Ma proprio in questa impotenza è possibile intravedere la forza di Gesù: si tratta della scelta di Dio di esercitare il suo dominio nel servizio, il suo potere nel dono di sé, la sua supremazia nella debolezza dell’amore. La regalità di Cristo, cioè il suo amore, è per tutti gli uomini ma ha una presa soltanto in coloro che la accolgono in piena libertà.

Quando come battezzati ci raduniamo per l’Eucaristia dichiariamo “Tuo è il regno, tua è la potenza e la gloria nei secoli”: è la resa incondizionata alla sua opera e la disponibilità a sposare la sua regalità nel nostro servizio al mondo. Gesù ai suoi discepoli nell’ultima cena ricorda che i re e i capi delle nazioni governano dominando sui popoli: loro non devono fare così! Ma come Lui, devono indossare il grembiule e mettersi al servizio…

Riconoscere Gesù Re e Signore dell’universo non ha nessuna velleità di potenza! Gesù non vuole in noi dei soldati che si organizzano per impiantare il Vangelo a tutti i costi e con qualsiasi mezzo! Seppure il Vangelo sia la strada certa per la salvezza a nessuno è dato mandato di imporlo con la prepotenza e con la forza… Gesù sa benissimo come portare avanti il suo disegno: a noi l’unico compito di lasciarlo agire e di promuovere in noi un’adesione vera e duratura.

La storia della salvezza è nelle sue mani sicure!