AVER FAME

Nella liturgia dell’avvento la Parola da risonanza alle varie profezie bibliche rispetto alla venuta del Messia: il desiderio è quello di mostrare come in Gesù, effettivamente trovino il loro compimento. La profezia che oggi leggiamo dal libro del profeta Isaia è questa: «Preparerà il Signore degli eserciti per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati». Gli fa eco il Vangelo che racconta la moltiplicazione dei pani e dei pesci dove Gesù sazia un gran numero di persone: è il compimento! Chi ha fame va in cerca del cibo e lo trova…gioisce nel trovarlo… si stupisce e ringrazia! Chi è sazio, al contrario, si avvoltola nella sua abbondanza e non cerca nulla… si crogiola nella sua sicurezza e si basta! Gesù avrà parole durissime nel suo discorso sul monte delle Beatitudini: «Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame». È un paradosso per il mondo questo punto di vista: avere fame è una cosa brutta… eppure, per Gesù, è peggio essere sazi! Credo che tutti possiamo capire molto bene la metafora: può essere sazio chi ha piena la pancia ma non il cuore? Guardiamoci attorno… guardiamoci dentro… Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Maria che dopo un lungo cammino di vita varca la soglia dell’eternità

PREDA E PREDATORE

Viene il Signore! E verrà continuamente! Non smetterà di stupirci con il suo venire! La Parola che ogni giorno ci è donata dalla Liturgia è un modo attraverso il quale il Signore ci visita e ci ricorda in che maniera agisce. La profezia che leggiamo dal profeta Isaia ci apre uno scenario del mondo come pensato da Dio: «Il lupo dimorerà insieme con l’agnello; il leopardo si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un piccolo fanciullo li guiderà». È un mondo ideale di armonia e di pace, come tutti desideriamo… C’è un aspetto che mi piace sottolineare: sono messi in coppia preda e predatore in modo tale che il primo non soccomba al secondo, però non è detto che il lupo diventa agnello, il leopardo diventa capretto e il leoncello diventa vitello! Ognuno rimane se stesso, con le sue caratteristiche ma con la capacità di stare accanto all’altro senza la pretesa di sopraffare! È una indicazione molto suggestiva per chiarire che cosa significhi l’amore secondo Dio: è la comunione tra diversi, non l’uguaglianza! Pensate all’equivoco che il mondo porta avanti quando pensa ad un mondo giusto: l’appiattimento secondo un minimo comun denominatore! La Parola ci mostra tutt’altra logica… Buona giornata