INVITATI AL BANCHETTO

Oltre alla vigna, un’altra immagine cara al linguaggio biblico è quello della mensa, del banchetto: il mangiare è una dimensione che richiama fortemente la condivisione, la comunione, la famigliarità. Il disegno di Dio è unire gli uomini divisi dal male e dal peccato: il desiderio è che tutti gli uomini si siedano alla stessa mensa e facciano festa. Se ci pensate, la corruzione del male è entrata nel mondo proprio in forza dell’aver mangiato il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male. Nel mangiare è espresso plasticamente l’entrata del male nel cuore dell’uomo: se il cibo di Adamo è stato la volontà del serpente, il cibo di Gesù è stato la volontà del Padre. La parabola del padrone che invita tutti a mangiare è una chiara metafora della chiamata di Dio a “mangiare” della sua volontà, a far sì che la sua Parola diventi il cibo che alimenta le nostre scelte… è evidente come dalle parole di Gesù emerga che i primi a rifiutare l’invito siano proprio i “primi invitati” , ossia il popolo d’Israele! Ovviamente il Vangelo di Matteo sottolinea il tono polemico di Gesù con le guide di Israele, scribi e farisei, ma non dobbiamo correre il rischio di leggere questa parola riferita a loro: siamo noi oggi gli invitati! Gesù ha istituito un banchetto permanente affinché tutti possano sentirsi invitati! Il banchetto dell’Eucaristia non è mai chiuso, si ripete costantemente e chi vi partecipa si sente dire: “Beati gli invitati alla cena del Signore”! Sì: esserci è una beatitudine, è una attestazione della vita filiale, è manifestazione di una fraternità che scaturisce dall’avere un unico Padre! Proprio come ci ha appena scritto papa Francesco nell’Enciclica: “Fratelli tutti”. Meraviglia…

LEGGE COME PEDAGOGO

Qoelet scriveva: «Non c’è niente di nuovo sotto il sole». Vico ribadiva: “La storia è fatta di corsi e ricorsi“. Insomma: non ci dobbiamo stupire che l’uomo cada e si rialzi, che si abbassi e si innalzi, che involva ed evolva, che diminuisca e che cresca! Non c’è un tempo che possa essere definito come il migliore! Non c’è un epoca che possa essere ritenuta l’apice dell’umano! Si fa in fretta a esprimere giudizi trancianti su scelte fatte nel passato e a esaltare decisioni prese nel presente: un sano ed equilibrato giudizio esige disincanto, equidistanza, pacatezzaSan Paolo, seppure molto perentorio in alcune prese di posizione, nel brano che oggi leggiamo nella liturgia della Parola mostra criterio: sappiamo come il suo giudizio rispetto alla Legge sia categorico… rende schiavi! Solo la fede rende liberi… Tuttavia, riconosce alla Legge una sua legittimità storica: ha svolto un ruolo pedagogico! Ma proprio perchè aveva un compito pedagogico è destinata a cedere il posto alla determinazione dell’uomo adulto: «Sopraggiunta la fede, non siamo più sotto un pedagogo». La fede è l’amore, la comunione del figlio con il Padre! Dentro questo amore tutto è libertà e gioia! Niente è più legge… Siamo davvero arrivati tutti a questo stadio? Un po’ di legge, mi sa, ne abbiamo ancora bisogno… Buona giornata

LA SALUTE DELL’ANIMA

Ieri sera ero in casa di una famiglia e cercavo di far capire a una bambina di otto anni – forse troppo pretenziosamente – che lei era di più del suo corpo: “se anche ti taglio un orecchio tu rimani tu, il tuo corpo perde una parte – di certo importante – ma tu rimani totalmente quella che sei”. Ma questo io interiore che ci contraddistingue chi è esattamente? È una realtà intaccabile? Oppure può “ammalarsi” come il corpo… Ci sono delle malattie dell’anima? In che cosa consiste la sua salute? Sono tante le domande che possiamo porci: il fatto è che noi vediamo come anche la nostra personalità subisce tanti cambiamenti! Quante persone di cui abbiamo fatto conoscenza sono cambiate radicalmente sia in bene che in male… Cosa è avvenuto? È bene che la finiamo di tenere le fette di salame sugli occhi e riconoscere che il mondo spirituale è un mondo che conosce sia la salute che la malattia! In gergo noi diciamo essere in grazia o essere nel peccato… Possiamo essere inabitati dallo Spirito di Dio o possiamo essere vessati dagli spiriti maligni! Non sono favole da bambini… Quanto è necessario curare la salute spiritale alla stessa stregua di quella dell’anima! Ricordiamoci la parola di Gesù:  «Se io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio». Rimaniamo attaccati a Lui! Buona giornata

EQUILIBRIO TRA GRAZIA E OPERE

«È per le opere della Legge che avete ricevuto lo Spirito o per aver ascoltato la parola della fede?». San Paolo pone all’attenzione dei cristiani della Galazia una questione fondamentale: la grazia di Dio ci ha toccato la vita in forza della nostra fedeltà ai riti e ai comandi della Chiesa o per un amore preveniente, totalmente gratuito e immeritato? Qui si addensa il contenuto della fede e si vede: chi ha una formale adesione alla fede, seppure fedele e  incontestabile in tutti i suoi adempimenti, se non è animato dall’incontro con l’amore di Dio rimane gretto e chiuso alla bellezza del Vangelo! Chi, al contrario, proviene da un’esperienza di lontananza o di indifferenza alla fede e fa esperienza dell’amore di Dio rinnova radicalmente il suo modo di vivere e nei riti con gioia celebra tale avvenimento! Se guardo alle nostre liturgie, mi chiedo: quanto emerge la gioia della salvezza sperimentata? Quanto è ancora vincolante l’imperativo morale del precetto festivo? Quanto è viva la consapevolezza che la Parola ravviva e amplifica gli effetti della Grazia? Se san Paolo visitasse le nostre comunità oggi avrebbe un po’ di cose da dire, immagino… Chiediamoci quanto siamo preoccupati di rendere ragione della fede che c’è in noi… Buona giornata