LA VERA GIOIA

Quando incontro le persone per dei colloqui, il primo interrogativo che mi pongo è questo: “È felice questa persona?“. Per me è una questione fondamentale! Perché? Perché Gesù ha detto di essere venuto perché noi avessimo la gioia e l’avessimo in abbondanza. Pertanto, se una persona non è felice significa che non ha ancora incontrato Cristo ed è necessario che lo conosca quanto prima! Non c’è una gioia vera che venga dal mondo… so che qualcuno avrà di che obiettare, ma il mondo è in grado di dare gioia solo se passa attraverso il torchio della croce di Cristo! Ciò che noto è che la gente, sostanzialmente, sta bene ma non è felice! Ha cose, ha possibilità, ha novità, ma non ha un cuore liberato dal peso del peccato! La metafora è un uomo con dei muscoli allenati ma corre portando sulle spalle una zavorra pesantissima… riesce a correre ma fa una fatica impressionate! È bellissimo l’incontro di Gesù che si trova in casa con un fariseo e nel mentre entra una donna a piangere sui piedi di Gesù: il fariseo è giusto ma non gioisce… la donna è una peccatrice ma piange dalla gioia! Ha incontrato la salvezza… Noi come siamo messi? Buona giornata

UN AMICO SANTO

Non faccio altro che pensare a don Roberto, barbaramente ucciso ieri mattina. Penso ai tanti momenti vissuti insieme. Leggo le cose che sono state scritte. Tutto combacia: un uomo schivo, silenzioso, attento, premuroso, concreto, infaticabile, non-violento… Che cosa è avvenuto? Don Roberto ha consegnato la sua umanità umile ed essenziale al Padre e il Padre ne ha fatto un capolavoro! È inutile che tutti cerchino di tirare la sua giacchetta dalla propria parte! Don Roberto apparteneva al Signore e ciò che gli è accaduto è leggibile solo dentro questa logica! Il martirio l’ha portato alla ribalta ma non è questa la motivazione che reggeva la sua missione… Don Roberto lavorava e agiva per conto di Gesù Cristo! Avrebbe continuato a farlo silenzioso fino al giorno della sua morte naturale anche senza alcuna attestazione di stima… e il mondo non se ne sarebbe nemmeno accorto! Quanti uomini di Dio ci sono nel mondo che stanno facendo la stessa cosa e nessuno se ne accorge… perchè questo vuol dire agire secondo carità: «La carità non si vanta, non si gonfia d’orgoglio,  non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto». Chissà se saremo in grado di onorare don Roberto con la sua stessa logica… Buona giornata

ANCHE IL DOLORE SERVE

Viviamo in un contesto sociale dove la sofferenza, il dolore, il pianto, sono subito considerati un male da debellare al più presto. In realtà, è bene che consideriamo queste dimensioni comportamentali umane altrettanto preziose alla pari della gioia, del sorriso, dell’esultanza. L’uomo, essendo essenzialmente relazione, esprime e comunica il suo stato interiore attraverso delle manifestazioni affinchè chi gli sta accanto possa interagire tenendone conto. Non è sano che, soprattutto con i bambini, oggi si eviti ogni esperienza di prova e di dolore rendendo la vita una favola incantata, indisponendo alle sfide dure e crude dell’esistenza… Anche Gesù ha vissuto appieno tutte queste dimensioni! Ce lo ricorda in maniera splendida questo versetto della Lettera agli Ebrei: «Cristo, nei giorni della sua vita terrena, offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime… imparò l’obbedienza da ciò che patì». Si diventa uomini anche attraverso la durezza della prova! Tanto più si è capaci di amare e donare la vita in contesti di fatica e di lotta quanto più le sfide si alleggeriscono e anche i banchi di prova più difficili diventano affrontabili! Gesù ha imparato a dare la vita sulla croce imparando ad amare l’umanità nelle relazioni più feriali del suo vissuto ordinario… niente si improvvisa nella vita! Buona giornata

AMARE IL MONDO

Ieri parlavo con un amico prete che mi confidava tutta la sua amarezza nel vedere l’assottigliarsi sempre più consistente della partecipazione alla vita parrocchiale. Concludeva il suo sfogo dicendo: “Il mondo ha da anni abbandonato la Chiesa!“. Non posso essere così superficiale da giudicare la sua analisi scriteriata: è sotto gli occhi di tutti la progressiva ed inarrestabile emorragia di cristiani.. Però, mi sono sentito di consolarlo e animarlo con questa certezza: “La Chiesa, al contrario, se vuole essere fedele al suo Maestro, non potrà mai abbandonare il mondo!“… Anche il vangelo di oggi ce lo ribadisce: «Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui». Sì, sarà sempre questa la dinamica: l’uomo si allontana e Dio lo va a riprendere! È questo il bello del Vangelo: non c’è distanza che non possa essere coperta dalla provvidente azione amorosa di Dio! E la stessa, identica, sollecitudine per il mondo deve rimanere anche la nostra! Dio non sbarra la strada affinchè gli uomini non fuggano… li lascia fuggire e poi va a cercarli! Occorre accettare le sconfitte pastorali e rilanciare continuamente, senza timidezze e senza paure! Buona giornata

AMARE, VOCE DEL PERDONARE

Il vangelo di questa domenica ancora insiste sul dovere cristiano della riconciliazione: Gesù desidera che i suoi discepoli abbiano a cuore la comunione come il criterio fondamentale di azione. La prima cosa che un battezzato deve custodire nel cuore come desiderio è la comunione con tutti! È un po’ quello che san Paolo in maniera mirabile sintetizza nella Prima lettera ai Corinti: «Queste le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e l’amore; ma di tutte più grande è l’amore»! È bene che sempre rifuggiamo dal pericolo di cadere nel moralismo: l’amore non è un impegno che dobbiamo esercitare per essere più bravi ma per agire alla maniera di Dio. Gesù non ha mai messo davanti l’appartenenza religiosa o ideologica… a Gesù interessava l’uomo e lo amava così come era, bravo o cattivo, santo o peccatore, ebreo o pagano… a Gesù interessava portare al Padre, ossia stabilire nella comunione, ogni uomo! La risposta della fede non poteva che essere una scelta interiore di chi veniva investito della carità di Cristo… mai era lo scopo primario! Per agire a favore della comunione, dentro la storia fatta di uomini peccatori, non si può che aver bisogno di allenare l’arte del perdono! Anche qui, non in maniera moralistica, per essere più bravi… ma semplicemente perché così Dio agisce con noi! La parabola che ascoltiamo oggi dove un servo a cui è condonato un debito esagerato non è capace di condonare pochi spiccioli ad un amico è il paradosso che non può non provocare la conversione… Noi facciamo quello che abbiamo sperimentato per primi: se non sappiamo perdonare è perché, forse, crediamo di non essere mai stati perdonati sul serio… ci pensiamo giusti… il vero peccato!