FARE LA VOLONTÀ DI DIO

L’importante è fare del bene, pregare non conta!“, quante volte abbiamo sentito amici esprimersi con queste parole! Soprattutto riferendosi a chi va in chiesa regolarmente e cerca di essere un “bravo” cristiano… Beh, si fa in fretta a catalogare i praticanti in quelli che dicono a vanvera “Signore, Signore!”: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli». C’è una domanda cruciale da porsi: fare “la volontà del Padre” equivale al nostro “fare del bene”? Non sono così convinto! Troppi ritengono di avere il lasciapassare per il cielo solo perché hanno fatto qualche opera di carità… ma non è così scontato! Si può fare del bene solo per interesse, solo per soddisfazione personale, solo per mettersi in mostra, alla stessa stregua di chi prega per pacificare la propria coscienza! Dobbiamo dircelo a chiare lettere: l’unico che fa sul serio e fino in fondo la volontà del Padre è solo Gesù! Nessuno può vantare una propria giustizia, esprimendo magari considerazioni negative sugli altri… È bene che manteniamo tutti un profilo basso e non ci arroghiamo il compito di stabilire chi è secondo Dio e chi no! Ognuno verifichi se stesso… Buona giornata

APRIRE LA STRADA AD UN ALTRO

Con la nascita di Giovanni Battista si scardina qualcosa nell’equilibrio millenario della religione in generale e di quella ebraica in specie. Già nella scelta del nome si intuisce che non si fa come sempre si è fatto: «Vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: “No, si chiamerà Giovanni”. Le dissero: “Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome”». Un nome nuovo significa una storia nuova! La religione con tutto il suo armamentario di leggi e di culti conserva se stessa, è ripetitiva, non riesce ad andare oltre se stessa… paradossalmente, arriva fino a chiudere gli orecchi all’ascolto di Dio! La religione è buona solo se è propedeutica alla fede cioè al rapporto vivo con il Signore vivo! San Paolo, parlando della sua conversione, racconta con precisione questo passaggio riconoscendo alla Legge una funzione pedagogica: attraverso la Legge si viene educati all’incontro con Dio! Giovanni Battista è il trattino di congiunzione ideale: è perfettamente conscio del suo essere propedeutico ad un Altro! Predica la conversione per predisporre i cuori all’accoglienza del Salvatore! Quanto è facile, anche per noi oggi, fermarci alla religione e non passare alla fede… Buona giornata

DIFFICILE SALVARSI?

«Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!». Ogni volta che leggo questa frase del vangelo rimango un po’ perplesso: se il volere del Padre è che tutti gli uomini si salvino perché, allora, salvarsi è così difficile? Sembra di essere sempre di fronte alla logica che la salvezza sia una conquista, un merito, a cui solo pochi riescono ad arrivare… e Dio un dittatore esigente che si compiace nel veder tribolare gli uomini, godendo della loro fatica e dei loro fallimenti…  Non può essere così! La porta della vita è stretta perché il nemico si è divertito a porre davanti un mare di ostacoli! La via è angusta perché la tentazione della disobbedienza fa apparire i comandamenti del Signore un peso insostenibile! Gesù è la porta! Gesù è la via! Niente di più semplice… ma sono pochi quelli che lo riconoscono e chiedono a lui la salvezza! È vero, Gesù spalanca il Regno di Dio ai nostri occhi attraverso il linguaggio dell’amore che ha la sua manifestazione nel dono di sé fino alla morte di croce… ma la vita da risorti compensa largamente ogni fatica e ogni sofferenza! … ma pochi sono quelli che lo credono… Buona giornata

CONSEGUENZE

«Osèa il re d’Assiria occupò Samarìa, deportò gli Israeliti in Assiria… ciò avvenne perché gli Israeliti avevano peccato contro il Signore, loro Dio». La sapienza ebraica ci ha insegnato a leggere la storia non come un caso ma come un’opera di Dio. Niente di  ciò che avviene è insensato. Israele sa riconoscere che quando disobbedisce ai comandi del Signore si pone in una condizione di precarietà! I comandi del Signore non sono gittate estemporanee di una entità indistinta ma di un Padre che ha a cuore i suoi figli… pertanto, ogni trasgressione si contraddistingue come fuga dall’amore e dal bene! Quando l’uomo fa esperienza di male non è un caso ma è segno di un allontanamento dalla volontà di Dio… Anche oggi, nonostante una totale incapacità di leggere gli eventi in questa chiave, è evidente che il malessere è motivato da una deriva atea e indifferente alla volontà di Dio! È inutile che ci si pianga addosso: tutto il male ci cui siamo vittime non è una punizione ma una conseguenza! Sarebbe bello se lo riconoscessimo… Stiamo sperimentando l’esilio! Siamo tanto lontani dalla pienezza che Dio ha pensato per noi… Rimettiamoci in cammino: chissà che cosa ha in serbo il Signore per noi! Buona giornata

ANNUNCIARE SENZA PAURA

Sicuramente, se ci dovesse venire posta a bruciapelo la domanda “Hai paura degli uomini”, noi risponderemmo di no. Ovvio: uno potrebbe dire di temere le persone cattive e violente, ma non gli uomini in sé… Eppure, quante cose facciamo per la paura di essere giudicati, di essere etichettati! Facciamo un mare di scelte a partire da quello che ci immaginiamo gli altri possano pensare o dire di noi! Gesù ci ammonisce: «Non abbiate paura degli uomini». È necessario liberarci più che possiamo dalla preoccupazione di essere congeniali agli altri. Da adolescenti e da giovani il condizionamento è più forte e manifesto, da adulti riusciamo a sfuggire dai condizionamenti più macroscopici ma non ci dobbiamo illudere di essere totalmente indifferenti… Non può sfuggirci di come, in base ai nostri interessi e i nostri tornaconti, modifichiamo alcuni nostri atteggiamenti… l’opportunismo non è mai totalmente sradicato dal nostro cuore! Questi condizionamenti sono evidenti anche nell’ambito della fede: in base a chi abbiamo davanti esplicitiamo o no il nostro credo, la nostra appartenenza… «Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze». Gesù ci esorta a non aver paura di raccontare il Vangelo in tutta la sua provocatorietà! Può accadere di assistere a reazioni cattive e ostili ma la consapevolezza di essere testimoni della bellezza di Dio ci deve tranquillizzare: «Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura». Dare testimonianza non è mai imporre né forzare la mano: semplicemente annunciare! Ma senza paura!