IN CHI CONFIDARE

È bellissimo, in questi giorni, leggere e sentire tutti gli elogi e gli apprezzamenti, meritatissimi, verso il personale medico e sanitario in genere, per il loro instancabile prodigarsi a favore degli ammalati che continuano ad aumentare esponenzialmente di numero. Molto simile alle attestazioni di stima e di riconoscimento verso i vigili del fuoco nei momenti più drammatici delle calamità e delle catastrofi. Ci accorgiamo del servizio degli altri soltanto quando siamo stesi a terra e siamo un po’ meno auto centrati del solito… eppure, medici, infermieri, vigili del fuoco, carabinieri, protezione civile, sono sempre in trincea, per salvaguardare la nostra salute e il nostro benessere! Che il Signore ci dia un po’ di memoria e non ci faccia scordare troppo presto il tanto bene che stiamo ricevendo e ci mantenga vivo a lungo il sentimento della gratitudine… Detto questo, lasciamo che risuoni nei nostri cuori questo versetto del libro del profeta Geremia: «Benedetto l’uomo che confida nel Signore e il Signore è la sua fiducia». Cosa significa? Significa che la vita è primariamente un dono di Dio ed è a Lui che dobbiamo continuamente attingerla! Gli uomini hanno il compito di tutelarla e proteggerla… ma non ne saranno mai i garanti! Confidiamo, allora, nel Signore… Buona giornata

ESSERE SERVI

Già ho confessato qualche giorno fa come abbia fatto fatica inizialmente ad aderire alle direttive ecclesiastiche che si allineavano alle ordinanze delle autorità civili e sanitaria… Ora ne riconosco tutta la profezia e la lungimiranza. La tentazione che ho avuto era quella di affermare una certa autonomia, una sorta di potere nell’affermare la nostra voce in capitolo, distinta da quella dello Stato. La lettura dei versetti del vangelo che oggi leggiamo nella liturgia depone totalmente a sfavore della mia povera umanità: «Chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti». La Chiesa ha scelto di farsi schiava dell’umanità, di servire docilmente alle istanze di altri, non ha preteso alcun privilegio! Questa è la Chiesa madre che educa i suoi figli, li prende per mano e fa loro comprendere che essere discepoli di Gesù non è apparire ma scomparire… proprio come il sale nell’acqua e il lievito nella pasta… Non credo sia stata una scelta umanamente facile: basta vedere come le federazioni calcistiche facciano così fatica a sospendere definitivamente le partite! Ma il Vangelo è tutta un’altra storia… Buona giornata

A CHI PRESTIAMO ASCOLTO?

«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei», è l’accusa infuocata di Gesù nei confronti di chi, allora, guidava il popolo d’Israele. La “cattedra di Mosè” è il simbolo della volontà di Dio, della sua Parola. Dio è il principio e il fine della storia, a Lui è doveroso fare riferimento per discernere il senso della realtà. Se oggi venisse in mezzo a noi, a chi rivolgerebbe questo improperio? Non è facile dire con così grande evidenza dei soggetti specifici… L’impressione che ho è che oggi un po’ tutti si arroghino il ruolo di detentori della verità divina! Anche in questo momento così delicato, basta accendere il computer e trovare persone che pontificano e credono di avere la verità in tasca! C’è una superficialità e una faciloneria nell’esprimere giudizi e sentenze da rabbrividire…  Personalmente, faccio tanto fatica ad accogliere gli slogan ripetuti a pappagallo, tipo “andrà tutto bene”… come se il problema fosse il semplice uscire dall’emergenza! E per chi muore o perde una persona cara? Possiamo dire “andrà tutto bene”? Io credo che ci si debba chiedere: come stiamo vivendo? Cosa ne è di questa vita così precaria? Dove trovare consistenza? Riconsiderare Dio non sarebbe un passo indietro come tanti pensano… Buona giornata

NON GIUDICARE

Ero ancora un giovane prete, alle prime armi. E come per tutti i giovani per me le cose o erano bianche o erano nere, non c’era assolutamente via di mezzo… Mi capitò a tiro un ragazzo, piuttosto vispo, poco incline alla disciplina e alla pratica della fede: non ebbi dubbi! Non doveva essere ammesso ai sacramenti… Parlai a lui e ai sui genitori e categoricamente chiusi ogni dialogo! La famiglia si rivolse alla parrocchia vicina, dove era parroco un prete di ormai 85 anni… non fece alcuna obiezione e accolse il ragazzo come se fosse la cosa più normale di questo mondo! Giudicai la scelta non accettabile e decidi di andare ad affrontare la questione con lui. Mi accolse e ascoltò tutte le mie obiezioni e poi mi sorrise… riconobbe tutta la correttezza della mia scelta ma, alla fine, mi disse “Un giorno capirai…”! Il giorno è venuto! Non agirei mai più come allora! Leggendo le parole del Vangelo di questo giorno mi sono sovvenute alla memoria tutti questi pensieri: «Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati». Questa è la strada! Il vecchio prete l’aveva capita da tempo… io avevo bisogno di picchiare ancora la testa! Buona giornata

VERSO LA PASQUA

«Il Signore disse ad Abram: “Vàttene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò”» . La “vita” di Abramo diventa una “storia” in forza del fatto che risponde ad una chiamata. Se Abramo avesse vissuto come tutti gli altri uomini sarebbe uno dei tanti, senza volto, senza memoria, senza significatività! Quanti uomini contemporanei ad Abramo totalmente anonimi e senza volto… Abramo no! Abramo è un padre, uno che svoltato… Ma che come possiamo giudicare la fama di Abramo: una genialata? Un colpo di fortuna? Un successo costruito abilmente? No, niente di tutto questo! Abramo ha lasciato una traccia indelebile della sua vita in forza del suo incontro con Dio e della sua obbedienza nel realizzarne la volontà! Abramo è capostipite di una storia perché ha vissuto in comunione con Dio! Ma Abramo ha accettato la follia di lasciare tutte le sue sicurezze senza alcuna garanzia? Direi proprio di no! Era un uomo concreto e realista: l’incontro con il Signore deve essere stato determinante. Non riesce a raccontarlo e spiegarlo, un po’ come i discepoli sul monte in occasione della Trasfigurazione di Gesù… Il brano di Vangelo della Trasfigurazione collocato in questa seconda domenica di Quaresima è motivato dal fatto che anche i discepoli che sono chiamati a stare dietro al Maestro non possono partire senza un incontro decisivo: è così che Gesù si mostra loro in tutta la sua bellezza, luminosità, attrattività! Per questo, i discepoli riusciranno ad affrontare le prove, le privazioni, le incomprensioni, le persecuzioni… ciò che hanno visto vale tutte queste cose! Anche noi, in cammino verso la Pasqua siamo sostenuti liturgicamente da questa visione… possiamo partire!