LA SALVEZZA NELLA CARNE

Istintivamente siamo portati a guardare il cielo quando abbiamo bisogno di qualche grazia: la divisione tradizionale che colloca Dio in cielo e il diavolo sottoterra ci fa tenere gli occhi in alto più che in basso quando si tratta di invocare l’intervento di Dio per essere salvati! Ora, leggendo l’antifona all’alleluia ci è suggerito di pregare così: «Stillate, cieli, dall’alto e le nubi facciano piovere il Giusto; si apra la terra e germogli il Salvatore». È vero: dal cielo ci deve essere un intervento ma è dalla terra che nasce il Salvatore! Quella tentazione miracolistica che serpeggia sempre tra i credenti va un po’ superata: la salvezza non ha a che fare con un entrata a piedi pari di Dio nella vita dell’uomo ma è una discreta azione di sottofondo perché dalla libertà dell’uomo emerga una disposizione alla corrispondenza alla sua volontà! Nella terra, cioè nella vita quotidiana, ci sono i presupposti per fare esperienza dell’amore di Dio! La vita non va mai considerato un frattempo, una situazione di mezzo, una sorta di sospensiva della vera gioia…  la vita è il luogo preposto alla sperimentazione della salvezza! O siamo salvi nella carne o non siamo salvi! Guai alle spiritualità sprezzanti della carne… Buona giornata

IL VALORE AGGIUNTO

L’umore fa tanto! Pure l’ottimismo! Però, anche chi a il cuore lieto e positivo ad arriva ad un punto in cui avverte il peso e la tristezza della vita… è assolutamente normale! Nessuno è capace di garantire a se stesso una vita sempre performante: prima o poi il limite salta fuori e presenta il conto con tutti gli arretrati! L’unica maniera sensata per attraversare questi passaggi dolorosi è l’affidamento a Colui che è all’origine della vita, a Colui che per farci vivere è morto al nostro posto, a Colui che ci dice ogni giorno “non aver paura”… Chi riesce a compire questo passo fa un salto di qualità impressionante! Lo descrive mirabilmente questo passo del Libro del profeta Isaia: «Anche i giovani faticano e si stancano, gli adulti inciampano e cadono; ma quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi». Non c’è gioventù né anzianità che tenga: in ogni fase della vita si fanno i conti con la fragilità umana! Non è la forza giovanile né la saggezza dell’età adulta a assicurare una vita bella! La speranza nel Signore è quella che fa compiere il balzo in avanti: è dalla serenità che l’uomo ha nel momento della prova che si misura la statura spirituale di un uomo! Buona giornata

TANTE PECORE SMARRITE

Solo un mondo frivolo e superficiale può non accorgersi dei tanti smarrimenti di cui soffre l’umanità oggi! La pubblicità e la società dei consumi continua a ingolfare il bisogno di felicità dell’uomo con illusioni e cose vacue… l’uomo prova ad acquistare di tutto pur di compensare il suo desiderio di felicità ma alla fine si trova con un buco nel cuore incolmabile… In un mondo così, arrancate in queste condizioni, come può un Padre rimanere indifferente e lasciare le cose andare avanti senza fare nulla… Ce lo testimonia pure questa espressione evangelica che oggi ci è proposta nella liturgia: «Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita?». Ebbene: certamente Dio sta venendo! Viene sempre! Visita la terra! Manda il suo Spirito affinché qualcuno apra il cuore e si renda disponibile al dono di sé… Noi che abbiamo sperimentato la cura di Dio nei nostri confronti abbiamo il dovere di metterci in movimento per non lasciare all’addiaccio chi si è smarrito! Non possiamo chiudere gli occhi come fanno tutti! Non possiamo pensare che siano altri a doversi occupare di coloro che sono ai margini… mettiamoci in ascolto del dolore che ci chiede aiuto… Buona giornata

LA PARALISI DEL PECCATO

Portano da Gesù un paralitico e gli chiedono di guarirlo. Gesù è in vena di provocare e dice: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati». Figuriamoci i suoi più acerrimi nemici, i farisei, se gli lasciano passare una espressione così specificamente legata al ministero di Dio: «Chi è costui che dice bestemmie? Chi può perdonare i peccati, se non Dio soltanto?». È chiaro che Gesù vuole insegnare qualcosa: non gli basta passare per il taumaturgo più performante della Palestina… egli desidera che la sua missione di rivelatore del Padre prenda il sopravvento! Gesù non è venuto per guarirci dalle malattie del corpo ma dell’anima! Ciò che a Lui interessa che noi abbiamo la vita eterna, la vita piena! Che gioia può avere un uomo che guarito da un male sa che dopo qualche tempo dovrà morire a causa di un altro male? La gioia vera viene dalla grazia di riconoscere di essere figli amati, di essere nella memoria di Dio, cosicché la morte non ha più alcun potere su di noi! È il peccato la vera paralisi dell’uomo! È il peccato che taglia le gambe e non fa vivere la vita in tutta la sua ampiezza! È la remissione dei peccati il più grande miracolo che Gesù ha fatto… ma non ce ne siamo accorti! Buona giornata

APRIRE LA PORTA

«L’angelo Gabriele fu mandato da dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine di nome Maria» . Una iniziativa di dio davvero sorprendente: perché in Galilea? Perché da una vergine? Perché da Maria? Potrebbero essere tutte scelte casuali… ma, a questo punto, vorrebbe dire che l’avvenimento cristiano è niente di più che un bel romanzo… In realtà, noi lo crediamo, nell’incontro tra l’angelo Gabriele e Maria si realizza il compimento dell’attesa di una comunione tra il Creatore e la sua creatura, tra dio e l’umanità! Perché in Galilea? La Galilea era il territorio ritenuto eretico, in quanto commisto a popoli pagani, distinto dalla Giudea che, al contrario, era rimasta incontaminata. dio fa irruzione dentro un contesto impuro perché il suo amore non è solo per i giusti ma anche per gli ingiusti. Perché ad una vergine? Perché è il segno di una umanità che attende lo sposo che veramente la ama. Non ha compensato il suo bisogno d’amore con amanti passeggeri ma, con pazienza e perseveranza, ha creduto nell’adempimento delle promesse di dio! Perché Maria? Perché è quella che ha detto di sì! Non c’è stata alcuna pretesa né da parte di dio né da parte di Maria: solo una proposta che si è incontrata armoniosamente con una risposta generosa. Il libro dell’Apocalisse così ci ricorda: «Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me» . Non è forse la stessa, identica, proposta fatta a Maria? Ebbene: questa proposta è rivolta a tutti noi! Non c’è un solo escluso dalla visita di dio! A noi non rimane che la semplice disponibilità ad aprire la porta… siamo nel tempo opportuno!