INDEGNI MA ACCOLTI

«Signore, non disturbarti! Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo io stesso non mi sono ritenuto degno di venire da te; ma di’ una parola e il mio servo sarà guarito»: sono le parole pronunciate dal centurione a Cafarnao nel chiedere il miracolo per la guarigione del servo. Sono parole che a Gesù sono piaciute molto tant’è che ha affermato che di non aver  mai registrato una fede così nitida e forte in tutto Israele… La Chiesa le ha ritenute ideali da mettere sulle nostre labbra per disporci a ricevere degnamente l’Eucaristia. Sarebbe bene che imparassimo a dirle avendo come sottofondo questo episodio del Vangelo: ogni incontro con Gesù è pieno di doni, oltre le nostre aspettative! Ogni incontro con il Signore è un miracolo che si realizza!  Occorre presentarsi al Signore con un senso di profondo rispetto… e un abbandono totale! Esprimendo la nostra indegnità prendiamo coscienza che l’amore di Dio è troppo grande e immeritato… eppure Gesù vuole regalarcelo! Gesù apprezza l’osare del centurione! Dichiarare di non essere degni e poi fare la comunione, sembrano due atteggiamenti contradditori, eppure sono la condizione ottimale per la comunione! Da una parte è doveroso esprimere la propria inadeguatezza ma dall’altra non si può non mangiare… pensiamoci! Buona giornata

IL PREZZO DELLA MISERICORDIA

Ogni volta che si leggono le parabole della misericordia commuovono e meravigliano: avere la certezza che a fronte dei nostri fallimenti e delle nostre debolezze Dio è sempre disposto a offrirci nuove chance di vita pacifica e rasserena… Ne abbiamo usufruito tutti in grande quantità di questa misericordia: dovremmo, forse, mostrare molta più gratitudine e riconoscenza… È bene che comprendiamo il prezzo della misericordia! Non possiamo credere che per Dio accettare le nostre disobbedienze sia un fatto scontato: il prezzo della misericordia è la morte in croce di Gesù! Perdonare richiede sempre morire a se stessi, annientare il proprio io per dare spazio all’altro! È un vero e proprio esercizio d’amore, di dono totale di sé! Non si può pensare che il perdono sia un’azione scontata, naturale, senza fatiche: basta che proviamo a pensare a quelle volte che abbiamo esercitato la misericordia… quanto ci è costato? Generalmente ci si trova ad ammettere che “si perdona ma non ci si dimentica”: le ferite rimarginate lasciano sempre delle cicatrici… Chi non sa apprezzare e ringraziare per il perdono ricevuto è perché non ha mai perdonato! Non conosce il travaglio e la fatica della misericordia… Interessante notare come nell’Antico Testamento la misericordia sia connessa all’utero materno: è allusione ad un vero e proprio parto, con tanto di doglie e dolori! Non cadiamo nel rischio di dare per scontata la misericordia e nemmeno consideriamola doverosa: la misericordia ha un carattere drammatico di assoluto rilievo! Lo stupore e la meraviglia siano accompagnate sempre da gratitudine e sincero pentimento… la conversione sarà una inevitabile conseguenza! Buona domenica

LA BELLEZZA DELLA CROCE

Oggi siamo tutti consapevoli che la croce è il simbolo per eccellenza dei discepoli di Gesù. Tant’è che per colpire i cristiani si compiono atti contro la croce… Tuttavia, nella storia della Chiesa non è sempre stato così: all’inizio c’era una vera e propria obiezione verso la croce, strumento di tortura inaccettabile… i simboli cristiani erano il pesce, l’ancora, l’agnello. Solo dopo il 313 la croce è diventata l’emblema non della tortura ma dell’amore per eccellenza! «Non c’è amore più grande di chi da la vita per i suoi amici»! È così che oggi celebriamo la festa dell’Esaltazione della Croce: lì, l’odio è stato tramutato in amore, la vendetta in perdono, la morte in vita… La croce riesce ancora a scandalizzare, a provocare, a esigere una presa di posizione! Nessuno può passare indifferente davanti a Gesù appeso in croce… Fino a qualche tempo fa gli alpinisti erano contentissimi di posare sulle vette delle loro conquiste la croce: era il desiderio che per tutti fosse visibile, per tutti fosse il punto di riferimento per eccellenza… Oggi si stanno organizzando comitati per togliere le croci… Abbiamo paura dell’amore? È impressionante come il maligno  trovi tutte le maniere per cancellare le tracce più visibili del passaggio di Dio nella stroria… Buona giornata

DALLA MORTE ALLA VITA

Ho amici che sostengono sia difficile, per chi nasce in un contesto famigliare o sociale religioso. fare reale esperienza di salvezza. C’è del vero! Anche perché, se la nostra fede si fonda sulla Pasqua, è impossibile all’uomo risorgere se prima non ha sperimentato la morte… Chi è stato educato a considerare la fede una pratica rituale assidua farà fatica a riconoscere il potere dirompente del Vangelo dentro una vita piatta e ordinaria! Personalmente confesso di essere stato educato dai miei genitori – che ringrazio di vero cuore – alla nuda e cruda pratica della religione cattolica, con i suoi precetti e le sue devozioni… fuori dubbio che la fede l’ho sperimentata solo successivamente, a fronte di fatiche e fallimenti personali! La pratica della religione non mi ha occluso il passaggio alla fede ma, nel mio caso, l’ha preparato… Solo quando si sperimenta il buio della notte si gioisce di fronte alla luce dell’alba! Altrimenti è routine… San Paolo racconta un’esperienza un po’ diversa: «prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è stata usata misericordia  e così la grazia del Signore nostro ha sovrabbondato». Chi ha fatto il passaggio, chi ha fatto Pasqua, non può non raccontarlo con gioia straripante… Buona giornata