«Signore, non disturbarti! Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo io stesso non mi sono ritenuto degno di venire da te; ma di’ una parola e il mio servo sarà guarito»: sono le parole pronunciate dal centurione a Cafarnao nel chiedere il miracolo per la guarigione del servo. Sono parole che a Gesù sono piaciute molto tant’è che ha affermato che di non aver  mai registrato una fede così nitida e forte in tutto Israele… La Chiesa le ha ritenute ideali da mettere sulle nostre labbra per disporci a ricevere degnamente l’Eucaristia. Sarebbe bene che imparassimo a dirle avendo come sottofondo questo episodio del Vangelo: ogni incontro con Gesù è pieno di doni, oltre le nostre aspettative! Ogni incontro con il Signore è un miracolo che si realizza!  Occorre presentarsi al Signore con un senso di profondo rispetto… e un abbandono totale! Esprimendo la nostra indegnità prendiamo coscienza che l’amore di Dio è troppo grande e immeritato… eppure Gesù vuole regalarcelo! Gesù apprezza l’osare del centurione! Dichiarare di non essere degni e poi fare la comunione, sembrano due atteggiamenti contradditori, eppure sono la condizione ottimale per la comunione! Da una parte è doveroso esprimere la propria inadeguatezza ma dall’altra non si può non mangiare… pensiamoci! Buona giornata