Credevano di vedere un fantasma». Quando pensiamo al Risorto come ce lo immaginiamo? Difficilissimo esprimerci: da una parte abbiamo la percezione che sia “spirito” dall’altra che sia “carne”, facciamo fatica a definirne i contorni… proprio come i discepoli! Gesù va molto oltre la loro comprensione e, pertanto, sono attanagliati dalla morsa terribile del dubbio!
È chiaro che ogni discepolo ha bisogno di imparare a vedere diversamente. Gesù a Nicodemo dice chiaramente che se non nasce dall’alto non può assolutamente capire… Se nella vita pubblica Gesù ha dovuto guarire i ciechi, immagine di chi non lo riconosceva Figlio di Dio, così ora deve guarire la cecità dei discepoli che non lo riescono a vedere vivo oltre la morte…
Si tratta di avere occhi nuovi che imparano ad andare oltre la superficie: Gesù non è semplicemente il figlio di Giuseppe così non è nemmeno semplicemente il martire ucciso ingiustamente per la protervia dei potenti… Gesù è il Figlio di Dio! Gesù è l’Ucciso che vive! Perché? Perché vive nel Padre, dove niente muore! Dove tutto l’amore è ritrovato… Gli occhi dei discepoli devono imparare a leggere la realtà nell’ottica dell’«uno nell’altro». Cosa significa? Significa che nella carne c’è di più della carne e nello Spirito c’è di più dello Spirito! Nella carne c’è lo Spirito e nello Spirito c’è la carne, le due dimensioni non vanno assolutamente dissociate, altrimenti non capiamo più niente della realtà! I discepoli sono sconvolti dal vedere Gesù perché vivono nella dimensione di peccato che dissocia tutto: perciò ciò che biologicamente è morto è morto e ciò che è vivo è vivo!
Gesù, nella risurrezione, svela chiaramente che ciò che è morto nell’amore, in realtà, vive! La morte non può cancellare nulla della carne imbevuta dall’amore…
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