Qualcuno, a volte, mi dice. “Siamo sicuri che tutto quello che la Chiesa ci propone a credere corrisponde a quanto Gesù ha detto e ha insegnato? Non è che si sono attaccate là tutta una serie di cose che Gesù non ha detto e non ha pensato?”.  Umanamente è una domanda legittima: se noi prendiamo il Vangelo – è fuori dubbio, ad esempio – che il termine Trinità non si trova da nessuno parte… quindi? È una invenzione arbitraria della Chiesa?

Stando alle parole che leggiamo oggi nel Vangelo – «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità» – possiamo abbozzare una risposta: è lo Spirito santo che, come ha illuminato i profeti a preparare l’avvento del Messia, così illumina i discepoli perché arrivino ad una comprensione sempre più profonda del mistero di Dio.

Non ci devono stupire i passi in avanti che la Chiesa compie: non si tratta di buttar via il passato e di inventare cose nuove… semplicemente, è bello che la Chiesa rimanga in ascolto dello Spirito affinchè, attraverso i segni dei tempi, risponda con maggior attenzione alle domande che l’uomo d’oggi pone.

Il mistero della Trinità non è di certo una invenzione! È il frutto della preghiera e della attenta riflessione dei cristiani dei primi secoli nel tentativo di spiegare l’unicità di Dio nella diversità della tre Persone. Forse, alcune argomentazioni del passato non sono più adatte alla sensibilità intellettuale di questo tempo ma la sostanza del Mistero è di una ricchezza tale, da rimanere a bocca aperta!

L’elemento assolutamente attuale della Trinità è la relazione: quanto abbiamo da imparare in questo senso…