Il Papa ha voluto consacrare questo anno a San Giuseppe, patrono della Chiesa universale. Per questo ha scritto una lettera apostolica – “Patris corde” – nella quale descrive i tratti più significativi della sua testimonianza paterna: padre amabile, padre nella tenerezza, padre nell’obbedienza, padre nell’accoglienza, padre dal coraggio creativo, padre lavoratore, padre nell’ombra… È significativo che su un uomo di cui non si ricorda una sola parola pronunciata si riesca a dire così tanto: alla fine, ciò che rimane di noi, è la vita donata… Giuseppe non amava fare discorsi, forse non stava nemmeno a pensare più di tanto a che cosa fosse più opportuno fare nelle diverse situazioni che gli si presentavano: faceva e basta! Aveva una intelligenza del cuore tale che la volontà di Dio gli appariva come la più scontata e la più praticabile. Il Vangelo di Matteo presenta nell’esperienza di Giuseppe la dinamica ripetuta “sogno/ispirazione e obbedienza“: ciò che è volontà di Dio non si discute, si fa e basta! Ma come capiva San Giuseppe quale fosse la volontà di Dio? Semplicemente osservava la realtà, valutava l’opzione più favorevole al bene e agiva di conseguenza… di certo non pensava al suo tornaconto! Prima di tutto Maria e il bambino! Un cuore di Padre… Buona giornata