Nel vangelo di questo primo lunedì di avvento assistiamo all’incontro tra Gesù e il centurione. Il centurione descrive la situazione di un suo servo che giace paralizzato in casa, sofferente, e chiede al Signore di guarirlo. Gesù, dal canto suo, risponde nel modo più ovvio che noi ci aspetteremmo, ovvero: verrò e lo guarirò.
Ma qui si apre una sorpresa, cioè la reazione del centurione, che con decisione dice a Gesù: Signore io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Questa frase è di difficile comprensione, ma si capisce un po’ meglio sentendo la spiegazione che il centurione stesso dà a Gesù. Dice il centurione: pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: Va!, ed egli va; e a un altro: Vieni!, ed egli viene; e al mio servo: Fa’ questo!, ed egli lo fa.
In queste affermazioni Gesù riconosce da un lato una grande umiltà da parte del centurione, che non si sente degno di Dio e sa stare al suo posto, dall’altro una grande fede in Cristo, come la fede che quei suoi servi hanno in lui. Buona giornata.
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