È incredibile come sia volubile l’uomo: è facile che passi dal pronunciare con entusiasmo promesse altisonanti al rinnegare più meschino e più bieco. Non si tratta di falsità o di disonestà premeditate ma di grande fragilità, di incoerenza, di squilibri emotivi improvvisi. Spesso me lo ripeto: se sono ancora dentro la strada che ho intrapreso non è certo per merito mio ma di Dio che mi ha trattenuto accanto a sè con vincoli di bontà e di misericordia. Del resto, se leggiamo il Vangelo di oggi troviamo stigmatizzata questa fragilità del discepolo: «“Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t’interroghi”. Rispose loro Gesù: “Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo». È proprio così: promettiamo mari e monti e, poi, basta una piccola avversità che mettiamo in discussione tutto… Occorre che conosciamo molto bene questa nostra piega problematica: la fedeltà non è il nostro forte… E proprio a partire dalle nostre incoerenze esercitare maggiormente la virtù della misericordia verso chi sbaglia o perde la strada della verità. Siamo tutti a rischio: impariamo a sostenerci a vicenda invece che puntarci inutilmente il dito… Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Tina che si è serenamente addormentata nel Signore