Conservo nella memoria il prezioso consiglio che il mio primo parroco ad Ardenno, don Mario, mi suggerì rispetto alle critiche che inevitabilmente da preti si ricevono nel corso del ministero: “Ascolta. Incassa. E taci.”. Sapete bene come è il mio temperamento… quando subisco un attacco sento in me un fuoco che incendierebbe chiunque mi passasse sotto tiro… eppure, grazie a Dio, quando il gioco si fa duro, riconosco che la strada indicatami è la più giusta! Perchè? Perchè, anche se si hano tutte le ragioni di questo mondo, l’unità e la comunione sono il bene più grande. San Paolo, in prigione, scrive così alla comunità di Efeso: «Comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, sopportandovi a vicenda nell’amore, avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace». Chissà quanto è costato anche a san Paolo mordersi la lingua ed esortare alla sopportazione… ma questa è la strada! Senza alcun vittimismo, ovviamente! So come la stessa cosa si eserciti nella vita famigliare… quante volte nella famiglia marito e moglie devono tacere e soprassedere su ingiustizie subite pur di conservare l’unità… È così! Ma è più grande la gioia procurata dalla fatica della comunione che dalla spudoratezza della verità… Aiutiamoci a ricordarcelo! Buona giornata