«Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo». Come si fa a non leggere in queste parole la nostra esperienza! È proprio così: Gesù è vivo eppure noi non lo riconosciamo, abbiamo occhi che non sanno scorgere la sua presenza… come per i daltonici i colori! E non sono solo i discepoli di Emmaus a sperimentare questa fatica: tutti gli incontri con il Risorto hanno a che fare con gli equivoci e con il dubbio…Possiamo applicare questo schema anche a fronte della pandemia in atto: chi di noi sa scorgere la presenza di Gesù? Chi di noi è in grado di dire chiaramente dove il Signore si manifesta vivo? La sensazione è che lo si debba chiamare, spronare, invocare, come se fosse assente e lontano… in realtà, possiamo e dobbiamo dire: Gesù è già piegato su di noi ad asciugare le nostre lacrime e curare le nostre ferite! «Alcune donne si sono recate al mattino alla tomba e sono venute a dirci di aver avuto una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Ci possono essere persone che attestano la sua presenza, la testimoniano pure, e noi rimanere totalmente indifferenti. Che smuove il cuore dal dubbio e dalla tristezza è l’ascolto della Parola: non c’è leva più efficace per rimuovere la pietra dal cuore che la memoria di come, lungo la storia, Dio ha agito in favore degli uomini… Ardeva il cuore ai discepoli nell’ascoltare Gesù che spiegava loro le scritture ma ciò che fa esplodere la visione è il momento in cui “spezza il pane”… Non c’è come l’Eucaristia capace di dischiudere la vita e aprire percorsi di gioia incontenibile… lo attendiamo!