Il libro del Qoelet è meraviglioso! Mi piace da morire! Pochi capitoli ma con una capacità di entrare nella realtà impressionante! Pone delle domande che, sfido chiunque voglia smentire, ogni uomo almeno una volta ha affrontato! Qualcuno l’ha definito esageratamente pessimista… qualcuno, persino, nichilista… In realtà, è un sapiente, illuminato dalla fede, che in maniera disincantata scandaglia la sua vita e vi trova dei buchi di senso che solo in un’abbandono in Dio si possono riempire! Pena il non senso… Una considerazione tanto radicale quanto veritiera che leggiamo oggi nella prima lettura dice: «Quale guadagno viene all’uomo per tutta la fatica con cui si affanna sotto il sole?». In effetti: a che cosa serve tutto il nostro affanno quotidiano? Che ne sappiamo del tempo che ci è dato? E della nostra vita? E della vita dei nostri cari? Uno vive sacrificando il suo tempo, le sue forze, la sua volontà, per che cosa? Per morire meglio? Che magra consolazione… Io non so se i giovani e gli adulti di oggi ancora si pongono queste domande… a volte mi sembra che manchi criticità, profondità, ambizione, cultura… Sono convinto che si debba ancora ritornare a farci domande di senso: altrimenti dove andiamo a finire? Pensiamoci… Buona gironata