A volte registro un livore nei confronti della Chiesa che mi fa rabbrividire. Provo a capire il perché. Non riesco ad essere totalmente indifferente a questo atteggiamento: c’è da ammettere che il modo di presentarci, da credenti, non ha i tratti tipici definiti dal vangelo ma la boria di chi pretende di avere la verità in tasca e può sindacare sempre su tutto in maniera incontestabile… Sarebbe quanto mai opportuno che ritornassimo a meditare sui tratti tipici dei discepoli descritti dai Vangeli: i Dodici non sono per nulla persone impeccabili! Quando pretendono di dare sentenze o imporre visioni, si prendono di quelle
lavate di capo da Gesù da mettere la coda tra le gambe e rimettersi prontamente e con umiltà alla sequela… È interessantissima, a questo proposito, la pagina del vangelo di questa domenica dove Tommaso e Filippo, dopo avere fatto tre anni di vita comune con Gesù, escono con due domande così sciocche ed ingenue da chiedersi se fossero capaci davvero di intendere e volere… sembra proprio che di tutto quello che Gesù aveva insegnato loro non fosse passato nulla! Ma questa è la categoria di persone che piace a Gesù! Persone nomali, che hanno cuore ma non sono perfette! Sbagliano ma sanno chiedere scusa! Cadono ma sanno rialzarsi! Mettersi in discussione è la qualità più bella che si riscontra nei Dodici! Sono convinto che se come discepoli tornassimo a vivere da uomini autentici, con più domande e meno risposte… con più umiltà e meno arroganza… con più semplicità e meno saccenza… con più misericordia e meno giudizio… beh, molti di più si sentirebbero parte della comunità ecclesiale! Vale la pena farci un esame di coscienza e rimetterci a essere più i discepoli e meno i maestri!
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