«Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo». Chi non conosce Tommaso? Chi non si sente un po’ rappresentato? Già l’evangelista dà modo di intendere qualcosa: Didimo significa gemello! Vuol dire che Tommaso non è figlio unico… ha un fratello… forse io… forse te… La risurrezione di Gesù non è un dogma astratto, a cui si deve credere ad occhi chiusi! Tommaso desidera metterci le mani, vuole toccare, vuole sperimentare! Gesù non rimprovera Tommaso ma gli va incontro, lo accontenta nella sua richiesta! La risurrezione non è un fatto interiore, non è un sentimento! La risurrezione è un avvenimento ed è giusto che lo si constati! Tommaso, al vedere Gesù, si illumina e proclama: «Mio Signore e mio Dio». Si può vedere Gesù, si deve vedere Gesù! Dove lo ha visto? Nella comunità che si riunisce la settimana dopo per farne memoria! I risorti sono tutti
dei feriti che mostrano di avere fatto un passaggio radicale nella loro vita, grazia a Gesù! Qual è il segno inequivocabile che mostra la potenza salvatrice del Risorto? Il perdono: «A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Gesù è andato loro incontro senza considerare minimante i rinnegamenti e tradimenti: li ha amati senza condizioni! Così li ha fatti uscire dal loro senso di colpa e li ha restituiti alla vita piena… Chi ha sperimentato un perdono sa bene come cambia il cuore, che senso di libertà invade l’esistenza… Bene: i risorti, inevitabilmente, diventano testimoni del Risorto e agiscono alla stessa maniera: perdonano, restituiscano la vita a chi l’ha perduta! Se loro non perdonano, non ci sarà nessuno capace di farlo a loro posto e la morte avrà il sopravvento! Ecco la nostra missione…