Dio dona al popolo d’Israele le dieci parole: sono una ricchezza incommensurabile! I popoli e le nazioni a seguire faranno sempre riferimento a questo codice che definisce l’alfabeto di una vita sociale solida e pacifica. Mosè esorta: «Ora, Israele, ascolta le leggi e le norme che io vi insegno, affinché le mettiate in pratica, perché viviate ed entriate in possesso della terra che il Signore, Dio dei vostri padri, sta per darvi». I comandamenti sono la traccia ideale per vivere nella terra secondo Dio: non si tratta solo di una terra materiale, di un paese preciso, ma di una vita! Per entrare nella vita piena i comandamenti sono la via privilegiata. Poi, però, c’è un’altra esortazione che Mosè fa al popolo e che, a mio parere, è ancora più interessante: «bada a te e guàrdati bene dal dimenticare le cose che i tuoi occhi hanno visto». La legge è praticabile solo a partire da una memoria di ciò che il Signore ha fatto! Chi ha dettato le leggi non è un despota che pone i paletti per esigere una qualche sottomissione ma è il Signore che ha regalato la libertà facendo uscire Israele dall’Egitto! Se Israele ricorda la storia non potrà che accondiscendere con gioia a quanto il Signore comanda! Tutto parla di vita… Buona giornata
p.s. Una preghiera per Nadia passata improvvisamente all’altra riva
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