Che cosa fa uno psicologo? Fa parlare il paziente, gli rivolge delle domande e via via lo porta ad una coscienza circa l’origine del proprio disagio. Ogni uomo ha qualcosa per cui rimproverarsi: sbagli, fallimenti, conflitti, fanno parte dell’esperienza storica di ogni essere umano! Per un po’ di tempo di può sorvolare e andare oltre, ma a lungo andare la coscienza chiede ragioni… Proviamo a pensare a Pietro: dopo il suo rinnegamento davanti alla serva nel giardino di Caifa chissà quanti pensieri, quanti sensi di colpa, quanta vergogna, quanto imbarazzo, quanto senso d’inadeguatezza… Ebbene, Gesù lo affronta e lo porta a farsi la domanda fondamentale: «mi ami tu?». Gesù vuole portare fuori Pietro dal cortocircuito della propria giustizia e gli indica le possibilità di bene proprio a partire dalla sua povertà… Pietro è capace di uno scarno e semplice «ti voglio bene!»… A Gesù va bene così! L’importante è ciò che sta oltre: «E, detto questo, aggiunse: “Seguimi”». Sì, il mettersi sempre dietro a Gesù è l’unica possibilità che un discepolo ha di non impantanarsi nel gorgo della propria umanità fragile e precaria! Chiamare con nome le proprie cadute e decidersi di donarsi totalmente alla causa del Vangelo è ciò che scatena la possibilità della salvezza! Buona giornata