Mangiare il pane e bere il vino sono due pratiche abituali per l’uomo: è l’istinto che soprassiede a queste attività per provvedere alla sussistenza del corpo. Chi mangia pane e beve vino garantisce alla propria vita fisica il necessario per sopravvivere.
Come sempre, Gesù utilizza i canali di comunicazione umani più abituali per mostrare il senso del suo mandato: è bene che i suoi discepoli mangino il pane e bevano il vino ma è ancora più necessario per avere la vita piena che mangino del suo corpo e bevano del suo sangue! Cosa significa? Significa che senza una relazione intima con Lui non è possibile avere la vita!
Mangiare e bere significa inserire nel proprio corpo qualcosa che, digerito, fornisca al fisico l’energia vitale necessaria al vivere… Gesù chiede ai suoi discepoli di permettere a Lui di entrare nella loro vita per diventare una cosa solo in loro.
Gesù non si accontenta di essere il Dio-con-noi: desidera essere il Dio-in-noi! Proprio come dice san Paolo: “Non sono più io che vivo ma Cristo che vive in me”.
Questo linguaggio è comprensibile solo facendo riferimento al codice semitico dove la realtà era letta tutta in chiave simbolica: il sangue non era semplicemente un composto biologico ma era la vita stessa! La pratica di scannare gli animali e dissanguarli stava a significare il rifiuto di far entrare la vita animale nella propria vita…
Ebbene, Gesù si riferisce proprio a questa categoria: sa molto bene che gli uomini lo uccideranno… si sente come l’agnello pasquale immolato… per questo chiede che il suo sangue, ciò la sua vita, non sia buttato via ma sia raccolto, sia bevuto! La sua vita ha bisogno di continuare in altri, in coloro che hanno compreso che vivere divinamente è dare la vita per amore.
Mangiamo e beviamo, allora, di Cristo
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