Continua la celebrazione della Pasqua. Il vangelo narra le esperienze che i discepoli fanno del Risorto. Si ripetono quasi sempre le stesse dinamiche: qualcuno crede e qualcuno no, qualcuno si illumina e qualcuno rimane nelle tenebre.
Non ci sono dati così schiaccianti che impongano una fedegeneralizzata…
Oggi è Tommaso a sospettare della veridicità della risurrezione: ha bisogno di prove più stringenti, segni personalizzati… desidera toccare con mano Gesù vivo. Come biasimarlo? Non credo nemmeno che Gesù si sia arrabbiato nel vedere questa testardaggine! L’importante è che uno voglia vedere!
La fede pasquale è una lotta. Non tanto perché ci sono poche ragioni per credere ma perché la tenebra che avvolge il cuore è davvero fitta… c’è un tappo non negli occhi ma nel cuore! È radicato in noi il dogma della morte: per noi
tutto finisce! E così tutte le forme della presenza del Signore passano inosservate…
Per questo, credo, Gesù come primo dono ai discepoli offre il perdono: è la misericordia che lava dalle colpe e restituisce alla vita vera! Non c’è come il perdono capace di ridare vigore: laddove il peccato semina morte e fa seccare il tralci, la misericordia inserisce linfa nuova capace di far germinare germogli di vita risorta!
Tommaso fa fatica a credere ma non smette di cercare! Il suo cuore è innamorato di Gesù… è un po’ come Maria Maddalena che quando Pietro e Giovanni lasciano il sepolcro, lei rimane lì ad aspettare… sa che il Signore ritorna!
Tommaso non vede Gesù nella prima apparizione ma nella seconda sì: non ha mollato la presa! È tornato alla riunione domenicale dei discepoli a fare memoria della Cena… e lì, gli si è aperto il cuore!