A volte qualcuno mi chiede: “Ma gli evangelisti intendevano davvero dire tutte le cose che oggi voi preti spiegate? Non è che voi la allungate un po’”. Di solito rispondo ripetendo quello che avevo sentito dichiarare da uno scrittore: “Il libro che ho scritto parte da miei pensieri e da mie considerazioni, ma da quando è stato pubblicato non è più solo mio, è pure di chi lo legge!”. Quando uno scrive è consapevole che le sue idee hanno sviluppi più ampi di quelli pensati: è la bellezza e la grandezza della parola… Per questo, è giusto che ci rimettiamo a dare il peso che spetta alle parole che diciamo! In questo senso, leggendo il brando che la liturgia ci presenta nella lettura di oggi, mi è venuta questa osservazione a partire da questa frase «Chi commette il peccato viene dal diavolo»: Giovanni non usa dice “peccati” al plurale, mapeccato” al singolare. Significa che c’è una condizione interiore che scardina l’uomo da Dio… e l’evangelista lo specifica dopo: «Lo è chi non ama il suo fratello». Il peccato che ci fa essere del maligno è un cuore duro nei confronti dell’altro! Si possono avere intemperanze, arrabbiature, impazienze… ma guai decidere di non amare! Buona giornata