Come ci immaginiamo lo sguardo di Dio su di noi? Non rispondiamo troppo velocemente, come fanno i bambini, esprimendo quello che abbiamo più volte ascoltato dalla predicazione o dalla catechesi… Proviamo a guardarci dentro seriamente: noteremo che lo sguardo realmente percepito non è quello amorevole e accogliente che a parole decantiamo ma, piuttosto, uno sguardo inflessibile e giudicante! È molto marcata nel nostro cuore l’immagine stereotipata di un trascendente normativo e meritocratico… Per ripulire questo immaginario ci è necessario leggere e rileggere il Vangelo per cogliere tutt’altra modalità dello sguardo di Dio sull’uomo: Gesù ha gli occhi costantemente puntiti su ciò che il mondo non vede, perché è ai margini, perché non conta, perché è ormai fuori dai canoni di salvezza prestabiliti… Gesù vede la vedova che mette qualche spicciolo nel tesoro del tempio, Gesù vede il cieco che mendica lungo la strada, Gesù vede la donna che gli ha toccato il mantello, Gesù vede la vedova che piange il figlio unico esanime, Gesù vede Zaccheo sul Sicomoro… lo sguardo di Gesù va a cercare ciò che è perduto, ciò che è nascosto agli occhi del mondo, per rivelare che a Dio nulla è nascosto! Non solo: lo sguardo di Dio non è mai volto a scovare chi pecca per rimproverarlo o minacciarlo ma a riportare in vita chi è dimenticato ed esiliato dal mondo! «Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto». Come cambia la nostra vita se prendiamo coscienza di questo sguardo così buono! Non ci nasconderemmo più come Adamo ed Eva… ma verremmo allo scoperto, così come siamo, implorando con tutte le forze pietà e salvezza… Buona Domenica