Tutti sappiamo che dalla prima domenica d’Avvento verrà adottato nelle Chiese italiane il Messale rinnovato in diverse preghiere: tra le  novità quella che più ha catturato l’attenzione e a cui i giornali hanno dato molto risalto c’è la versione del Padre nostro aggiornata con la dicitura “non abbandonarci alla tentazione” invece del tradizionale “non ci indurre in tentazione”. C’è chi è contento e chi meno… Di certo, non si può sostenere che fino ad oggi abbiamo pregato in modo scorretto! Chi avesse ritenuto la tentazione una trappola messa in atto da Dio per trovarci in fallo ha sbagliato di grosso! Basta leggere i versetti della Lettera di san Giacomo che leggiamo nella liturgia odierna per fugare ogni dubbio e ogni sospetto: «Nessuno, quando è tentato, dica: “Sono tentato da Dio”; perché Dio non può essere tentato al male ed egli non tenta nessuno». Chiarissimo: le tentazioni in cui Dio ci induce non sono tranelli o ambiguità ma situazioni nelle quali siamo rafforzati nel bene! Potremmo dire, a mo’ di esempio, che Dio è come un allenatore: per far correre bene i cento metri ci fa allenare chiedendoci di correrne duecento in salita! Non è una cattiveria ma una sollecitudine a nostro favore! È così che dichiariamo la nostra povertà e fragilità… Buona giornata