Dopo che Gesù ebbe letto il rotolo del profeta Isaia e annunciato il loro compimento nella sua persona lo stupore e la meraviglia si diffuse in tutti i compaesani: «Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca». L’autorità di Gesù era indubitabile.

Gesù, tuttavia, non si lasciò minimamente ammaliare dalle parole di stima: sapeva che, sotto sotto, si nascondevano chiusura e reticenza… è così facile esprimere parole adulatrici in faccia e poi nel cuore rimanere chiusi e indifferenti alla loro impellente e incalzante perentorietà! Di fatto, alla evidenza dell’autorità di Gesù, nelle parole della gente si sovrapponevano tutta una serie di pregiudizi!

«In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria». La carne di Gesù fa da velo alla sua divinità: Dio non si impone mai, se non si va oltre l’apparenza e non si accetta di mettersi in gioco in un ascolto vero, non c’è maniera di fare esperienza della salvezza che il Signore porta!

È così anche oggi: se Dio si nascondesse dietro alle nubi e con un grande megafono ci dicesse le cose che leggiamo nel Vangelo, gli uomini non avrebbero esitazioni! Piegherebbero devotamente le loro ginocchia e si metterebbero in ascolto… tutto ciò che è lontano, impersonale, misterioso è molto più attraente e affascinante della carne!

Anche nei rapporti fra di noi è così: se una cosa la dicono il papà e la mamma ha un peso, se la dice il personaggio del momento ne ha un altro! Così: se una affermazione viene dalla bocca di un prete viene presa in una maniera, se la dice uno scienziato ha tutt’altro presa!

Gesù chiede di andare oltre i pregiudizi e le precomprensioni: la verità non è tanto lontana da noi! È inutile cercarla sempre altrove… si vedano i casi di Elia ed Eliseo…