«Il carceriere li gettò nella parte più interna del carcere e assicurò i loro piedi ai ceppi». Paolo e Sila sono messi in prigione a causa del Vangelo. Proprio come Gesù. Il carcere più duro è occasione per arrivare a condividere la prova di chi ha peccato con maggiore violenza. Paolo e Sila non si preoccupano di salvarsi ma pregano e cantano. I prigionieri ascoltano. Probabilmente si chiedono dove venga loro tanta serenità… Chi ha incontrato Gesù non ha condizione che non gli permetta di vivere appieno la gioia della salvezza ricevuta! E chi è nel buio e nell’ombra di morte inevitabilmente sente la bellezza di questa prospettiva e si dispone alla fede! Ce lo dobbiamo chiedere molto schiettamente: siamo capaci di cantare in tutte le situazioni in cui ci imbattiamo? Oppure basta un piccolo ostacolo o una piccola prova per prostrarci nella disperazione? «Venne un terremoto così forte che furono scosse le fondamenta della prigione; subito si aprirono tutte le porte e caddero le catene di tutti». Bellissima questa notizia: le porte e le catene si aprirono per tutti i carcerati e non solo per i due discepoli! La preghiera e la santità dei credenti è per la salvezza di tutti non solo per la propria! Spettacolo! Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Giuseppe che si prepara ad entrare nella pienezza della vita