Quando si leggono alcuni brani di Vangelo si ha la netta sensazione di essere totalmente altro da quello che si descrive! Verrebbe da dire che le richieste di Gesù siano esageratamente pretenziose, quasi un invito all’eroismo… ma pochi, troppo pochi, sono gli uomini capaci di gesti eroici! Allora come affrontare questa distanza tra le esigenze evangeliche e la nostra condizione di inferiorità? Credo che l’unica cosa possibile sia la consapevolezza che il nostro cuore malato ha bisogno di cure strong, capaci di scuoterci e svegliarci dall’inetto trantran dell’ovvio, facendoci sentire la gioia della nostra umanità creata ad immagine di Dio! In un momento di confidenza con i suoi discepoli Gesù rivelò loro quanto fosse grande il suo amore per loro: «Vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi» . Qui sta la grazia di cui siamo resi partecipi: nel vangelo di Gesù ci è rivelata la nostra vera identità di figli! Nel modo di vivere ordinario siamo schiavi del peccato… che è superbia, orgoglio, indifferenza, egoismo… La cura dell’umiltà – «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto… perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato» – e della generosità – «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i ricchi vicini… al contrario, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi… riceverai la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti» – aiutano a riaccendere la bellezza di una vita perduta! Chiunque di noi sia riuscito anche solo una volta a mettere in pratica questo insegnamento non potrà negare l’intima gioia e la grazia pacificante che ne sono scaturite! Non possiamo nasconderci che viviamo sempre più in un mondo fatto di protocolli e ed etichette, di do ut des… il Vangelo si propone come liberazione dagli schemi verso la piena libertà dei figli! Osiamo l’eroismo… Buona domenica