Parliamo di beatitudini. Cosa ci fa pensare questo termine? In che cosa consiste la beatitudine secondo il nostro sentire? È fuori dubbio che si tratta di un termine che non appartiene al linguaggio corrente… non è comune sentire dire “sono nella beatitudine” … Non si tratta di un semplice sentimento, è di più! Parla di una dimensione più profonda: per questo facciamo fatica a fare nostra questa espressione. forse il sinonimo che più si avvicina al termine “beatitudine” è “Pace”, non nel senso di quiete ma di sicurezza, di fiducia, di abbandono. È beato chi, in sostanza, ha posto la sua vita in Dio così che niente più lo intimorisce: né la povertà, né la fame, né il pianto, né la persecuzione… tutto è possibile “in Colui che da la forza”, direbbe san Paolo. Il profeta Geremia – che ascoltiamo nella prima lettura – esprime questa idea con queste parole: «Maledetto l’uomo che confida nell’uomo… benedetto l’uomo che confida nel Signore» . Il punto d’equilibrio della beatitudine è in Dio! Non c’è condizione umana che possa dirsi beatificante… si possono avere sensazioni di piacere, di benessere, di soddisfazione, ma non beatitudine! Gesù dice: «beati voi, poveri… beati voi, che ora avete fame… beati voi, che ora piangete… beati voi, quando gli uomini vi odieranno…» . Dove risiede la beatitudine nelle persone che vivono in tali condizioni? Risiede in quel “voi”! Chi sta davanti a Gesù e ascolta la sua Parola, lo conosce e lo segue è un “bEATO”! È nello stare con Gesù che si sperimenta la pace più vera… Buona domenica