C’è nel nostro modo di dire quando una persona ci fa un grosso piacere l’espressione “sei un angelo!”. Per certi versi è una cosa bella: significa riconoscere che gli angeli sono vicini a noi, hanno carne ed ossa, agiscono nella concretezza della vita! Contrariamente è un’espressione fuorviante perché considera angelico chi compie un atto favorevole al nostro personale punto di vista… in questa direzione, è chiaro, l’angelo è un po’ troppo funzionale al nostro tornaconto, mentre sarebbe molto più opportuno che l’angelo rispondesse al “vero bene” per noi che solo Dio conosce! Non per nulla Gesù ricorda ai suoi discepoli che gli «angeli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli». Il criterio per discernere se un angelo viene da Dio o no non deve essere la realizzazione dei nostri desideri o bisogni ma il compimento del bene! E il compimento del bene non sarà mai calcolabile nel breve termine… Generalmente un angelo lo si riconosce solo dopo molto tempo dall’averne usufruito! Guardandoci indietro, setacciando la nostra storia, avremo modo tutti di dare nomi e cognomi agli angeli che si sono occupati del nostro buon destino! Nessun angelo si da peso… solo chi ne gode la presenza lo svela a se stesso! È la tipica discrezione di Dio… Buona giornata