Stiamo molto attenti a non trasformare la quaresima in un esercizio di giustizia. Cioè: evitiamo di rafforzare l’immagine buona che abbiamo di noi stessi. È facilissimo incorrere nel rischio di osservare alcune pratiche o impegni per poter dire, alla fine, “sono stato bravo!”… Di per sè, la quaresima deve proprio servire alla mozione contraria: portare a galla la nostra ingiustizia! Prendere coscienza di come siamo peccatori, cattivi, ingiusti, bisognosi di salvezza! Attenzione: non dirlo formalmente, dalla serie “sono un povero peccatore”, ma accusarsi concretamente, confessando le proprie colpe… soprattutto quelle legate al cuore corrotto, non tanto alle solite banalità che dichiariamo in confessionale! Dichiararsi ingiusti è il prerequisito per una vera redenzione. Oggi Gesù dice ai farisei che si credevano giusti: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano». Bene: se siamo giusti non c’è alcun bisogno di un salvatore! Gesù ci serve solo per corroborare il nostro ego… Se siamo ingiusti, Gesù può davvero prenderci a carico e portarci fuori dalle gole del peccato! Abbiamo effettivamente bisogno di essere salvati? Da che cosa? Oppure pensiamo che tutto sommato ce la possiamo cavare da soli? Buona giornata