Gesù si identifica con il pastore delle pecore. È una immagine che per la nostra cultura post contadina risulta non facilmente leggibile… Di fatto non esistono più i pastori di un tempo, quelli che avevano un gregge ben definito, numericamente ridotto, con una conoscenza specifica di ogni pecora… oggi abbiamo pastori con greggi infiniti… dove le singole pecore non contano… È la massificazione che si allarga a macchia d’olio e coinvolge ogni genere di realtà: uomini, animali e cose! Ebbene: Gesù ha in mente un altro mondo: si tratta di un mondo dove ogni volto conta! Dove la relazione è il fondamento di tutto! il vangelo di Giovanni sottolinea: «Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me». Il rapporto tra Gesù e i suoi discepoli funziona perché Lui conosce i discepoli e i discepoli conoscono Lui! la reciprocità è necessaria! Non esiste un rapporto a senso unico! Possiamo dire che Gesù è il nostro pastore? Lo conosciamo? Ci sentiamo conosciuti? Che cosa pensiamo Gesù pensa di noi? Il suo pensiero è davvero il suo o è il nostro proiettato su di Lui? Non possiamo evadere queste domande: da queste dipende la pace e la gioia del pascolo! Buona domenica