Il lavoro nobilita l’uomo: non ci piove! Attraverso il lavoro ognuno di noi esprime il suo estro, la sua creatività, il suo amore. Al lavoro è annessa la fatica che può essere fisica o mentale: la genesi la associa ad una sorta di punizione divina in forza del peccato… Da una parte tutti vorrebbero lavorare e dall’altra tutti non vorrebbero far fatica. Non è possibile scindere queste due realtà! D’altronde, si trovano molte persone che svolgono il loro lavoro con grande passione e senza mostrare particolare affanno: qual è il segreto? Mi sembra rispondere puntualmente un’espressione del Vangelo che oggi ascoltiamo nella liturgia: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia». Se lo scopo del lavoro è semplicemente il possesso, l’arricchimento individuale, non può che manifestarsi nella sua componente rovinosa! Alla lunga, un lavoro fine a se stesso mostra il conto: per che cosa? Il lavoro è, invece, nobilitante nel momento in cui è svolto al servizio degli altri, come dono di sé! Vedere la gioia di chi usufruisce del proprio impegno è motivo di grande soddisfazione! Non sono le cose, i guadagni, gli accumuli, a rendere felici gli uomini ma il sorriso e la gioia di chi vive loro accanto! Alla fine si realizza solo chi concepisce la sua vita come offerta di sé! Buona domenica