Questi versetti riportati da Paolo nella Lettera ai Corinti quasi come fossero una filastrocca imparata a memoria sono quelli che vengono chiamati il kerygma, ossia la sintesi, il nocciolo, della fede cristiana: «Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture e che fu sepolto e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici». Parafrasando potremmo scrivere così: Gesù è quell’uomo che è finito in croce a causa dei nostri peccati. Già nelle Scritture si preconizzava un destino del genere per l’inviato da Dio. È così morto sul serio, come ogni uomo, ed è stato sepolto. La cosa straordinaria è che Dio Padre non lo ha lasciato marcire nel sepolcro come ogni uomo ma lo ha fatto risorgere. Ma non solo spiritualmente… Gesù è risorto per davvero con il suo corpo! Tant’è che i discepoli lo hanno proprio visto e toccato. Ecco: questa è la nostra fede: un cadavere sfugge alla contabilità inesorabile della morte! Provate a pensare se da cristiani abbiamo davvero la capacità di sintetizzare la fede in questi articoli… oppure, se sproloquiamo tutta una serie di cose da credere che neanche noi ben sappiamo come dimostrare e accogliere…Buona giornata