È umanissima la domanda che si fanno i vicini di casa alla nascita di Giovani Battista: «Che sarà mai questo bambino?». Credo sia un interrogativo che ci si pone su ogni bambino che si affaccia sulla scena della vita. Un bambino è un mistero, è una promessa, è una sorpresa! È giusto che sia così: di fronte alla vita occorre porsi in ascolto, darsi il tempo per scoprire, accettare la fatica del capire… A volte, invece, c’è la smania di dire, di spiegare, di soggiogare, imponendo la propria visone e le proprie aspettative… È un po’ la dinamica descritta oggi nella decisione del nome: c’è qualcuno che vorrebbe la riedizione del padre e c’è qualcuno che, al contrario, è disposto ad aprirsi al nuovo! La cosa bella che narra con la sua vita Giovanni Battista – come del desto tutti i protagonisti della Scrittura – è il suo essere relativo ad un altro: non vive per affermare se stesso, per lasciare l’impronta del suo passaggio, ma per preparare la strada alla VIA! L’importanza di Giovanni Battista è proprio nella sua relatività: lo ricordiamo per questo, non per imprese degne di nota… Credo che sia questo anche il nostro destino… molto più semplice di tante nostre pericolose corse in avanti… Buona giornata