«Quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: “Il vostro maestro non paga la tassa?“». Da che mondo è mondo, i soldi hanno sempre costituito un motivo di dibattito nel momento in cui entrano in causa in relazione alla vita spirituale. I puristi ritengono che quando c’è di mezzo la fede non ci deve essere alcun interesse economico… gli addetti ai lavori richiamano alla necessità pratica di far fronte alle strutture che la animano… Gesù fa un ragionamento che non fa una piega: di per sé le tasse le pagano i sudditi… dal momento che noi siamo figli di Dio, non c’è alcuna tassa da pagare! Tuttavia, manda Pietro a procurarsi una moneta per adempiere alla richiesta! È doveroso riconoscere che le cose di Dio non si pagano perché sono sempre e solo un dono… tuttavia non ci si può chiamar fuori dalla responsabilità di sovvenire ai bisogni e alle necessità pratiche che servono alla fruizione del dono stesso! Nella Chiesa deve essere abolito tassativamente ogni accenno al costo e al pagamento di chicchessia… necessario invece far ricorso alla offerta libera ma responsabile! Il rischio di avidità non c’è solo in chi prende ma anche in chi da… Chi ha orecchi per intendere, intenda… Buona giornata