Ieri, nella catechesi ai ragazzi che si preparano a celebrare i sacramenti della Confermazione e della Comunione, dicevo che la fede non si dimostra in Chiesa ma nel quotidiano, nelle cose che viviamo ordinariamente. Per rendere l’idea ho ricordato loro come, una volta, rilanciando una riflessione di Tonino Lasconi, conclusi la Messa dicendo: “La pace è finita: andate a Messa!“. L’idea era proprio quella di esortare a far sì che la celebrazione non fosse l’obiettivo della fede ma il punto di partenza, il motore propulsore, la forza scatenante per una vita davvero evangelica. È un concetto banalissimo ma che non è nelle corde del credere della maggioranza. Il vangelo che ascoltiamo oggi ancor più pone in evidenza la necessità di darsi da fare! Gesù, con la su Parola, esorta a spalancare gli occhi su quanto avviene attorno a noi e a prendercene cura. Alla domanda del dottore della Legge «E chi è mio prossimo?», Gesù non ribatte elencando delle categorie di persone ma racconta una storia evidenziando che occorre uscire dalla standardizzazione che vuole i credenti occupati nelle più disparate emergenze sociali… il prossimo è quello che incroci durante la giornata e che ti presenta il suo problema! Le professioni che esercitiamo non hanno a che fare tutte con un prossimo che ha bisogno? Esercitiamoci… Buona giornata