La Legge mosaica prescriveva che chi avesse contratto la lebbra avrebbe dovuto isolarsi dalla comunità e, per avvisare della propria condizione, gridare «Immondo! Immondo!». Da una parte la malattia, nel suo progressivo disfacimento della carna e dall’altra parte la Legge, con la sua decretazione all’esclusione, sanciva la morte del lebbroso ancor prima che avvenisse…
Il racconto del Vangelo ci presenta un sovvertimento della situazione: se la Legge, in maniera anche legittima, a tutela della salute pubblica, stabilisce l’esilio del lebbroso, Gesù mostra il superamento della Legge mostrando la compromissione di Dio nei confronti di chi è povero ed emarginato! La Legge esclude, Gesù include!
L’indemoniato nella sinagoga di Cafarnao gridava «Sei venuto a rovinarci!», il lebbroso grida «Se vuoi, puoi purificarmi!». Chi vive sotto la Legge non ha scampo: o sei nel giusto o sei nell’ingiusto; o sei nella vita o sei nella morte! Il lebbroso sa ascoltare il cuore ed esprime il suo desiderio di vita: Gesù gli manifesta che il suo desiderio coincide con quello del Padre!
La Legge non può salvare, il Padre sì! «Lo voglio: sii purificato!». Gesù tocca il lebbroso e lo risana. Nel Vangelo solo gli ammalati e gli esclusi hanno il privilegio di toccare il Signore… i sani, o meglio, i presunti sani, non lo toccano mai! Perché sono i malati che hanno bisogno del medico…
Il lebbroso viene sanato e non riesce a trattenere la gioia di ciò che gli è accaduto… al contrario, Gesù viene respinto in luoghi deserti, come se fosse Lui il lebbroso! Gesù prende su di sé la lebbra del nostro peccato e viene trattato da peccato e ucciso… eppure, «venivano a lui da ogni parte»! È il Crocifisso: «Quando sarò elevato da terra attirerò tutti a me»: la nostra salvezza è la sua croce… Buona domenica
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