L’evangelista Marco è eccezionale nella descrizione dei miracoli di Gesù. Nella sua stringatezza mette davanti agli occhi del lettore la scena: parole e gesti che si sposano in maniera sublime. Non usa solo parole Gesù per compiere la sua rivelazione ma anche gesti: non si possono disgiungere le une dagli altri! L’opera di Dio non è un semplice insegnamento così come non è un intervento diretto senza spiegazioni… Da qui deve prendere le mosse tutto il movimento dell’evangelizzazione: la Chiesa non può accontentarsi di compiere gesti di carità così come non può limitarsi all’annuncio della Parola! La tentazione ricorrente a cui il mondo sottopone la Chiesa è quella del pragmatismo, dell’operatività, della concretezza… così come il rischio che la Chiesa vive nel suo interno è quello della autoreferenzialità, del rubricismo, del formalismo… I due poli hanno bisogno di essere continuamente coordinati! Da parroco sperimento fortemente questa fatica della coniugazione dei gesti e delle parole nella preparazione e nella celebrazione dei Sacramenti! Avverto come la gente chieda ancora i gesti sacramentali ma abbia completamente chiuso le orecchie all’ascolto della Parola che li svela nel loro mistero… È così che i Sacramenti senza la Parola svuotano la fede: non parla più, non racconta più Dio… Recuperiamo la stretta unità tra gesto e Parola… Buona giornata