Questa sera ho parlato con un giovane a cui è stato chiesto di fare da padrino ad una cuginetta per la Cresima. Gli ho chiesto perché avesse accettato un compito così impegnativo. Mi ha risposto che per cortesia era giusto acconsentire alla richiesta. Ho provato a spiegare che il ruolo del padrino è sostanzialmente testimoniale: mostrare al proprio figlioccio la propria esperienza di Gesù! Non è stato facile farsi capire… Alla fine credere in Dio nella fattispecie più diffusa prescinde da Gesù! Basta dire di credere in qualcosa che è ritenuto sufficiente… Dio è ciò che sta sopra… presiede a tutto l’esistente… noi possiamo semplicemente augurarci un po’ di benessere e niente di più… La figliolanza non è presa in considerazione neanche per striscio! Il credere niente ha a che fare con la comunione! È una sensazione, come l’amore… senza nome e senza tempo! Nessun legame… Tutto si esaurisce nell’io! Le relazioni non contano, sono totalmente bandite! In questo senso è comprensibile anche tutto l’equivoco sui comandamenti che leggiamo nella prima lettura di questa domenica: all’origine non c’è un Padre che ama e che ha a cuore il destino dei suoi figli, ma un despota che determina i doveri e sugli stessi sancisce la salvezza o la dannazione! Occorre davvero ridisegnare il volto di Dio a partire dalla Parola che ne da testimonianza! Buona domenica